La vita privata di Luis Enrique, commissario tecnico della Spagna: dal dramma della figlia morta al ritorno in panchina.
Più forte di una fenice. Luis Enrique è stato in grado di superare l’uccello mitologico in grado di rinascere dalle proprie ceneri. Perché l’attuale commissario tecnico della Spagna è riuscito a risorgere da un dolore che è forse anche superiore rispetto alla perdita della vita: la morte di un figlio.
Ha vissuto un dramma Luis Enrique. E ha saputo accettarlo. Non superarlo, perché non può dimenticarsi una tragedia del genere. L’ha fatto suo, ha scelto di portarlo con sé e di andare avanti, con un fardello nel cuore e la forza di continuare a vivere, pur sapendo di aver perso qualcosa di troppo prezioso.
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Nato a Gijon l’8 maggio 1970 sotto il segno del Toro, Luis Enrique Martinez Garcia si è fatto conoscere come campione al Barcellona, poi come grande allenatore anche in Italia (alla Roma, in una stagione travagliata) e poi nel suo Barça, portato a raggiungere nuovamente importanti successi. Oltre che per la sua carriera e per la sua storia calcistica, però, Luis Enrique è diventato un esempio per molti proprio per la tragedia che ha vissuto sulla propria pelle.
Luis Enrique: la figlia morta e il ritorno in panchina
Sposato dal 1997 con la Elena Cullel, una splendida ex assistente di volo, il commissario tecnico della Spagna ha vissuto un vero dramma nel 2019, quando la figlia più piccola, Xana, è morta per una rara malattia, un osteosarcoma (tumore osseo), a soli 9 anni. Un lutto che ha sconvolto la sua famiglia e lo ha portato ad allontanarsi dal mondo del calcio e del lavoro per qualche tempo, ritiratosi a vita privata per condividere il dolore con i suoi cari, compresi gli altri due figli, Pacho Martinez e Sira.
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Dopo cinque mesi di ritiro nella sua villa di 800 metri quadrati a Gavà, vicino Barcellona, però, l’allenatore ha scelto di tornare. Assorbita la propria sofferenza, Luis Enrique si è ripreso la sua Spagna e l’ha portata fino all’Europeo 2020, vissuto da protagonista e terminato con un bronzo. Un ritorno con una consapevolezza nuova e un cuore più forte, incapace di soffrire per questioni calcistiche. Perché ci sono esperienze che ti forgiano ben più di una finale persa.