Domani sera il match tra Germania e Romania sarà fondamentale per capire le ambizioni dei tedeschi. Il commissario tecnico Flick vuole dare già un suo marchio alla nazionale teutonica.
Fiato alle trombe, la Germania probabilmente è tornata tra le grandi. È una nazionale che arriva sino in fondo nelle competizioni, ma spesso ha bisogno di essere ispirata. Lo ha dimostrato nella recente edizione di Euro2020, se ha voglia può battere chiunque, viceversa può ricevere schiaffi da chiunque. In effetti, il misto tra esperienza e gioventù di Loew ha concluso senza squilli un ciclo particolarmente felice, la vittoria del mondiale nel 2014 è stata la stella polare cui aggrapparsi.
Un progetto ben diverso è quello imposto da Flick, da un punto di vista tecnico e anche da quello sportivo. La Germania di Flick per vincere deve giocare bene, questo può essere un deterrente quando si affronteranno avversari di maggior livello, rispetto alla Romania di domani sera. Ma può essere comunque positivo guardare al gioco per ottenere i risultati, giocando bene gli automatismi saranno consolidati anche per sfide più dure.
La prova contro l’Armenia è stata indicativa, perché contro una squadra che aveva sorpreso non c’è stata proprio partita. La Germania si è imposta alla sua maniera, dirompente e senza grandi appelli. Concedendo qualcosa in difesa, un altro aspetto da migliorare per il prossimo futuro.
La sorpresa da evitare
Il ciclo sportivo della Germania passa anche da un modo nuovo di pensare alle convocazioni. Anche i giovanissimi entrano in ballo, anzi più sono giovani meglio è per tutti. Proprio per questo, lo scouting delle federazioni è basato, ancora una volta, su una multiculturalità da sfruttare per fini calcistici. Basta una nazionalità per “spingere” i talenti a indossare la storica casacca tedesca, che sta diventando negli ultimi vent’anni un grande esempio di coesione culturale.
Proprio per questo, Flick ha fatto capire come per il mondiale qatariota ci sarà una vasta scelta, scegliendo tra alcuni punti di forza e la nuova gioventù emergente. Per i “vecchietti” non è il momento di mollare la presa, ogni gara potrebbe essere un esame decisivo.
Non sembra essere pericolosa la Romania che arriverà in Germania nel tentativo quasi estremo di strappare un punto. Va dimenticata la generazione dei fenomeni, quei calciatori magari indolenti ma pieni di classe visti negli anni Ottanta, nel Novanta e qualcosa anche nel Duemila.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Che festa per l’idolo nazionale!
C’è una nuova generazione calcistica che la Romania dovrà testare, ma senza grossi entusiasmi. Qualche giovanissimo sta emergendo, ma è ancora troppo acerbo per poter essere già decisivo nella propria nazionale. Queste gare serviranno come tirocinio, il vento dell’est ha bisogno di carburare per poter soffiare con decisione convinta sul calcio europeo.