Ungheria-Albania è anche un confronto tra commissari tecnici italiani. Marco Rossi contro Edy Reja, una gara dove solamente una squadra potrà ancora pensar agli spareggi playoff.
La sfida tra Ungheria e Albania assume mille significati. Intanto è una sfida tra nazionali migliorate nel corso del tempo, negli ultimi dieci anni hanno compiuto passi da gigante. L’Ungheria ha capito che era giunto il tempo di dimenticare i fasti del passato, tornando in campo più agguerrita che mai e dando anche qualche buon giocatore alle squadre di club.
L’Albania, anche dopo la separazione con il Kosovo da un punto di vista calcistico, ha tracciato una linea, comprendendo nel suo progetto giovani calciatori interessanti ad altri molto più smaliziati che militano nei maggiori campionati europei.
Tutto questo si è visto anche in due edizioni degli europei. L’Ungheria è stata in grado, nel peggior girone possibile contro Germania, Portogallo e Francia, di far soffrire tre nazionali abbastanza blasonate. L’Albania era presente nell’edizione del 2016, allora allenata da Gianni De Biasi, e già esserci fu una grande festa per tutta la nazione arbreshe.
Ungheria e Albania andranno in campo stasera per tentare la corsa al mondiale, una corsa quasi folle ma necessaria: strappare un pass per gli spareggi sarebbe già tanta roba per nazionali in crescita.
Puntare alla luna per ripartire
L’Ungheria ha un condottiero chiamato Marco Rossi. La cui storia, il fatto di pensare a lavorare nello studio del fratello, è stata detta sin troppo nelle chiacchiere estive. Quel che forse è stato poco rimarcato, invece, è l’aver creato praticamente una nazionale dal nulla o quasi. Dando fiducia ai grandi esperti, e trovando nuovi spunti per dare un corso proficuo ai magiari. Non è un caso che l’Ungheria sia una squadra che fa soffrire gli avversari. A volte per un sano catenaccio, altre volte per la capacità di fare il famoso filtro di centrocampo.
Nemmeno fosse in una lavatrice, l’Ungheria centrifuga gli avversari. Marco Rossi su questo ha basato le fortune dei magiari, che possono legittimamente sognare – seppur ancora a distanza – un posto per il mondiale in Qatar.
A scontarsi contro di loro, l’Albania di Edy Reja. Che non molla assolutamente, è più vicino agli ottanta anni che ai settanta, e proprio per questo vorrebbe congedarsi con un’incredibile qualificazione ai mondiali. Allenerà fino agli ottant’anni – ha già dichiarato – e non gli dispiacerebbe proseguire un discorso di lungo corso con gli arbreshe.
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Considerando anche il tifo proveniente dall’Italia – un po’ dal suo Friuli e un po’ dai popoli insediati nella nostra penisola – c’è da credere come la squadra biancorossa vada all’appuntamento di stasera anche con una maggiore protezione. Comunque vada, l’orgoglio della scuola di Coverciano spicca in alto.