In vista di Juventus-Roma, ripercorriamo la storia di Mourinho contro i bianconeri, tra vittorie, sconfitte e mille provocazioni.
Una delle grandi rivali di Mourinho in Serie A è la Juventus. E non potrebbe essere altrimenti. La sua unica altra esperienza italiana finora è stata infatti alla guida dell’Inter, la squadra più avversa ai bianconeri in assoluto. Alla guida della sua Roma, nell’ottava giornata di campionato lo Special One tornerà a sfidare la Vecchia Signora all’Alliaz Stadium. Un impianto che ha già avuto modo di conquistare.
La prima sfida italiana tra il portoghese e la Juve risale al 2008 in uno storico Inter-Juventus deciso da Sulley Muntari. Una sfida preceduta da una serie di frecciatine riservate a Claudio Ranieri, all’epoca seduto sulla panchina del club più titolato in Italia. Decisamente più ‘calda’ fu una sfida del 2009, finita in parità.
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Il tecnico portoghese anticipò quella sfida parlando di errori arbitrali a favore dei bianconeri e sentenziò: “La Juventus è quella squadra che non potrò mai allenare dopo essere stato sulla panchina dell’Inter“. Finora è stato di parola.
Mourinho e la Juventus: dall’espulsione alla vittoria all’Allianz
Ma la storia di Mou contro la Juventus non si limita a questi due scontri. Sempre nel 2009, nella gara della prima sconfitta contro i bianconeri, lo Special One si fece espellere dopo soli venti minuti per degli applausi ironici nei confronti dell’arbitro.
E come dimenticare l’area da 25 metri? Nell’anno del Triplete, il tecnico portoghese invitò tutti a non mettere la testa sotto la sabbia di fronte a certi errori arbitrali, e attaccò in maniera sibillina la Juventus: “O c’è coerenza o non c’è coerenza. Però di aree di 25 metri ce n’è solo una in Italia…“.
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Se con l’Inter non ebbe modo di espugnare lo Stadium, ci riuscì con il Manchester United il tecnico portoghese. Nonostante la distanza, rimase infatti anche negli anni in Inghilterra un rivale per la Juventus. E tornato a Torino ne approfittò per dare ancora una volta spettacolo con una serie di provocazioni: dal numero tre rivolto ai tifosi (per ricordare il Triplete nerazzurro) alla mano portata all’orecchio, senza dimenticare il faccia a faccia con Bonucci. Un episodio rimasto nella memoria di tutti i tifosi, juventini e non.