Alessio Cragno rimane ben stabile nel Cagliari, a difenderne i pali. Sembrava quasi sulla via dell’addio, poi la mancanza forse di offerte convincenti hanno fatto desistere i sardi dall’intenzione.
Riprendersi la porta e dimostrare di essere un ottimo elemento anche per la Nazionale. Alessio Cragno sa che anche in questa stagione non mancherà il lavoro nel Cagliari, una squadra che spesso e volentieri lascia il suo portiere compiere gli straordinari.
E il portiere non si fa mai pregare nel compiere prodigi, lo ha dimostrato nel corso degli anni diventando spesso decisivo per le sorti dei sardi.
È rimasto a Cagliari, per convinzione e anche per mancanza di offerte. Forse un po’ il prezzo del portiere ha un po’ spaventato gli acquirenti, o forse nemmeno era troppo convinti: fatto sta che Alessio Cragno è rimasto. Senza nessun malumore o problema di sorta e, anzi, sulla sua titolarità non ci sono nemmeno dubbi. Con Guglielmo Vicario passato in prestito all’Empoli, il suo vice più diretto è Boris Radunovic (ha giocato contro il Milan a fine agosto per l’infortunio dello stesso Cragno) e dietro ancora il “vecchio” Simone Aresti.
La capacità di essere decisivo dovrà essere confermata anche nelle prossime settimane, perché il portiere dovrà anche dimostrare di essere quanto meno il più vicino a Gigio Donnarumma nelle gerarchie della Nazionale. Come quarto portiere, non ha vissuto le emozioni sino in fondo di Euro2020: vorrà riscattarsi in vista del prossimo appuntamento qatariota dell’inverno 2022.
La presenza fissa e scenica
Senza fronzoli, efficace e diretto nei suoi interventi. Cragno non è un portiere che si lascia andare allo spettacolo, quanto piuttosto pensa al sodo. E lo fa anche bene, in un meccanismo difensivo che anche quest’anno non sarà proprio un muro invalicabile.
Il Cagliari gioca e fa giocare, spesso straborda e il portiere sa benissimo di dover compiere il suo sino in fondo. Ormai è un veterano, perché arrivò dal Brescia nell’estate del 2014. E trovò anche un po’ di fiducia da giovanissimo, Zdenek Zeman lo impiegò quasi contro lo scetticismo di molti ma la stagione non fu fortunatissima. In fondo, un esordiente portiere nella difesa allegra del boemo rischia di essere praticamente segnato a vita.
E in effetti… riprese a giocare dal gennaio 2016, con il prestito alla Virtus Lanciano, diventando nella stagione successiva protagonista della promozione del Benevento dalla Serie B alla Serie A.
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Fu sufficiente per il ritorno a casa, ereditando la porta da Marco Storari e dimostrandosi pronto. Anche quando sembrava esser nuovamente messo da parte: alla fine Robin Olsen dovette cedergli il posto nella seconda parte del 2020, perché il portiere italiano è un talento che non può fare panchina. Soprattutto quando la crescita dei mezzi rimane sempre evidente.