La sfida tra Leicester e Manchester United è il piatto forte del prossimo turno di Premier League. Due club che perseguono una precisa identità, non disdegnando i successi e l’affetto della gente.
C’è una Premier League che attende nuove emozioni. Guardando ai match del prossimo sabato, il big match è quello tra Leicester e Manchester United. Due club importanti del panorama inglese, il primo più emergente, il secondo sta dando l’impressione di essere tornato nel novero delle grandi.
È una sfida speciale, anche perché i ricordi tra i club si accavallano e riescono a dare sempre nuovi spunti. Una partita particolare perché parlare del Leicester è mettere in evidenza anche i progressi del club. Che sono stati notevoli, proprio nei momenti di massimo splendore del Manchester United. Quando i red devils erano ancora sul tetto del mondo, i vertici del Leicester stavano pensando alla rivoluzione sportiva.
Che partì cedendo la proprietà all’estero, incominciando a migliorare il parco giocatore e arrivando in Premier League, senza voler per questo mollare la presa. Per molti doveva essere un club salvezza o poco più, poi arrivò Claudio Ranieri che creò (quasi) dal nulla un miracolo. Valorizzò gente sconosciuta come Kantè e Vardy e li fece diventare delle stelle internazionali: quel titolo è ancora l’esempio delle favole che si realizzano
Dalla parte dei campioni
Il Manchester United, invece, è una squadra che punta ai top player e ora ne sta facendo anche collezione. Perché negli ultimi due-tre anni la squadra ha capito di dover diminuire il gap con i cugini del City, partendo innanzitutto proprio dal campo.
Gli investimenti fatti su Varane, Sancho e di Cristiano Ronaldo sono roba importante per sognare il titolo in Premier League e di essere protagonista in Champions League, a distanza di anni. A tutto ciò, si uniscono altri campioni come Cavani, Bruno Fernandes e Pogba.
I red devils, però, ogni tanto hanno qualche pausa, spesso cedono di schianto nei momenti decisivi e nei big match, perciò il maggior problema potrebbe essere quello di una tenuta mentale non sempre al top. L’arrivo di Cristiano Ronaldo sicuramente ha migliorato questo aspetto: il portoghese, quando sente fiducia, è il traino per i compagni. Che forse considera all’altezza, rispetto a quelli juventini. In effetti può poggiare su altri tipi di calciatori e, soprattutto, c’è qualche individualità maggiore in campo: a Torino il suo amico era il terzo portiere Pinsoglio, oltre a esser venerato solo da Andrea Agnelli in dirigenza.
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Infine, è il match dei Schmeichel. Chi è più forte tra i due portieri? Un quesito irrisolvibile, perché il papà vinse la Champions League nei minuti di recupero e il figlio vinse un campionato inatteso. Portando sempre tanta felicità a casa.