Angelo Alessio ha trovato nuovi stimoli in India. Da primo allenatore sta proseguendo una carriera tutta particolare nel mondo del calcio.
Che fine ha fatto Angelo Alessio? In molti lo legano direttamente ad Antonio Conte, per anni gli è stato affianco da amico e da collaboratore. Era la parte più calma di un duo vincente, se Conte era l’irascibilità, Alessio era invece la parte ponderabile, l’uomo forse più serafico e incline al dialogo e alla collaborazione.
Tante le soddisfazioni nel corso degli anni per il duo, così come Angelo Alessio ne ha avute proprio dimostrando come non era un semplice vice allenatore quanto invece un vero e proprio valore aggiunto. Un mister di qualità, ma se vogliamo anche una persona ben voluta nell’ambiente, che ha scelto di ripartire ora dall’altra parte del mondo.
È in sella al Persija Jakarta, nel campionato indonesiano. Sicuramente non una scelta dettata dalle luci della ribalta, quanto per voler dimostrare di sapere fare calcio anche in posti dove spesso il pallone è solo rotondo e non foriero di emozioni. Per Angelo Alessio non è la prima avventura fuori dall’Italia, lo scorso anno è stato una sorta di allenatore… fantasma, per il divieto di fare allenare i trainer stranieri. Prima ancora era stato in Scozia al Kilmanoch.
Un’ala vecchio stampo
Da calciatore il percorso di Angelo Alessio fu costellato da buoni risultati. Emerse nell’Avellino, un team che negli anni ha saputo lanciare tanti calciatori particolarmente bravi e versatili. Alessio era uno di questi, non a caso fu acquistato dalla Juventus, che in Irpinia aveva una linea privilegiata per quanto riguardava lo shopping estivo.
La sua consacrazione, però, avvenne al Bologna, anche lui fu uno dei figli di Gigi Maifredi, i rossoblù giocavano un calcio spregiudicato. Che non fu ripetuto alla Juventus, le bollicine erano evaporate lungo il tragitto, ad Alessio restarono gli insegnamenti di Giovanni Trapattoni, che non lo considerava un titolare.
Dopo la Juventus, l’esperienza di Bari, poi il Cosenza e altro per concludere e passare poi alla fase da mister. Alcune esperienze in Serie C tra Iperzola, Massese e Spal, poi la chiamata di Antonio Conte, con il quale aveva condiviso da calciatore proprio il periodo juventino. Una chiamata che fu decisiva per la sua carriera, prima il campionato vinto a Siena poi l’epopea con la Juventus.
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Ed anche qualche amaro lasciato in bocca nella vicenda calcioscommesse, fu squalificato ingiustamente e rientrando dovette sostituire Antonio Conte in panchina. In Nazionale le gioie più inattese, avevano creato un giocattolo davvero bello, anche se fatto con materiale non sempre di prima scelta. Quello che un po’ ha ritrovato dall’altra parte del mondo, ma ai calciatori si richiede solo fedeltà alla causa. Il resto arriverà.