Il calcio moderno non piace a un allenatore della Serie A: il duro sfogo del tecnico in conferenza stampa anticipa un addio?
“Questo calcio non mi appartiene più“. Parole e musica di Maurizio Sarri. Il tecnico della Lazio, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida con l’Inter, si è lasciato andare a uno sfogo durissimo contro il calcio moderno, incentrato più sul business e sullo show che non sullo sport.
Ancora ferito per il clamoroso ko della sua squadra contro il Bologna nel turno successivo all’euforia da derby, l’allenatore biancoceleste ha avuto da ridire per l’ennesima pausa delle Nazionali. Uno stop che non solo toglie ritmo al campionato, ma porta moltissimi calciatori a viaggiare in giro per il mondo, di fatto impedendo il regolare svolgimento degli allenamenti.
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Mentre tutti i commissari tecnici si lamentano per il poco spazio concesso alle rappresentative nazionali, l’ex allenatore di Napoli e Juve la pensa diveramente. Secondo lui, ormai i giocatori si allenano più con le Nazionali che non con i club. Parole espresse con grande amarezza. Che sia il preludio per un addio anticipato del tecnico?
Sarri contro il calcio moderno
Difficile, anzi, quasi impossibile che Sarri, tornato ad allenare in questa stagione dopo un anno sabbatico, possa scegliere di abbandonare subito. Quel che è certo è che la sua è una voce importante che si solleva contro un calcio che piace sempre meno anche agli addetti ai lavori.
Dopo le dure parole di Curtois contro la National League, Sarri ha messo sul mondo del pallone un carico da novanta. “Non è più sport questo, il calcio ora è uno show in cui tutti i partecipanti cercano di spremere agli appassionati per fare soldi“, ha sentenziato Sarri, senza troppi giri di parole.
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Insomma, per Sarri il calcio ha preso una piega davvero sbagliata. Un ennesimo campanello dall’arme arrivato dall’interno per un mondo che ha preso una rotta davvero complicata. Troppe partite, spalmate male, e senza un vero senso logico. Il tutto con alle porte un Mondiale in Qatar nel pieno della stagione agonistica, l’emblema più grande del fallimento di una certa gestione del mondo del calcio. Se alle parole seguiranno fatti lo vedremo, ma la sensazione è che di sfoghi di questo tipo nei prossimi mesi ne arriveranno ancora altri.