Milan-Verona è una sfida di ex, attuali ma anche storici. Alcuni hanno avuto decisamente più fortuna, altri invece sono caduti nel dimenticatoio.
Parlare di Milan e Verona non dovrebbe rimandare sempre e solo agli episodi con il titolo “Fatal”. Che sono ormai parte del calcio italiano, il Milan perse praticamente due scudetti al “Bentegodi” e ancora per questo i rossoneri si mangiano le mani.
È stata anche la sfida di un gol incredibile realizzato da George Weah, che l’8 settembre 1996 partì da una metà campo e arrivò all’altra segnando un gol memorabile.
Tutto sommato è anche una partita tra ex, perché quelli non mancano proprio mai sia da una parte e sia dall’altra. In questo caso, parlano entrambi il croato, sono stati compagni in nazionale e ne hanno passato tante nel calcio italiano.
Nikola Kalinic è il bomber spuntato del Verona, che mantenne… quasi questa caratteristica anche al Milan. Chissà che un altro croato come Igor Tudor non completi la sveglia decisiva per il finale di carriera, rispetto a quello visto a Firenze sembra il gemello svogliato. Anche Ante Rebic non brillava sotto rete dall’altra parte, a Verona arrivò in prestito proprio dalla Fiorentina, mise a referto dieci presenze (qualche assist, niente gol) e una retrocessione in Serie B.
I campioni del mondo da coccolare
Il match tra Milan e Verona è ricordato anche dai doppi ex. Due di loro vinsero il mondiale, maturarono proprio in terra scaligera pur con un epilogo davvero incredibile e poco gradito.
Massimo Oddo era l’esterno dei gialloblù, che retrocedettero in maniera davvero rocambolesca il 5 maggio 2002. Quando il Milan strappò il pass utile per vincere poi la coppa a Manchester, la squadra di Alberto Malesani cadde a Piacenza e salutò la massima serie, poi ritrovata dopo una decina d’anni. Oddo era il leader di quel team, rigorista e anche il primo a soffrire per quella retrocessione impensabile solamente qualche mese prima.
Andò poi alla Lazio e in seguito al Milan, portando esperienza e dosaggio importante in una difesa comunque piena di campionissimi.
Alberto Gilardino a Verona fece un praticantato utile (retrocessione inclusa), dopo esser cresciuto nel Piacenza. Al Milan ci arrivò dopo il titolo da capocannoniere e la salvezza thriller raggiunta con il Parma, poi segnò tanti gol a Milano e altri a Firenze soprattutto.
Tra i doppi ex, qualcuno da ricordare soprattutto per il Verona come Giampaolo Pazzini. Che concluse la sua carriera in gialloblù, forse il suo rimpianto è di aver giocato un po’ meno con Ivan Juric in panchina.
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Alessio Cerci, invece, deluse sia in rossonero che in gialloblù. Non è l’attaccante maggiormente ricordato da una parte e dall’altra.