La Roma stasera è in scena sul campo del Bodo Glimt. Una squadra praticamente sconosciuta al grande calcio, ma che ha un suo modo preciso di stare in campo.
Senza fare rumore, ma con costanza. È praticamente paradossale la storia calcistica del Bodo Glimt, praticamente sconosciuta ai più in Europa. Eppure, è uno dei club migliori in Norvegia, nonché dei più antichi.
Qui il calcio è vissuto davvero a misura d’uomo, senza troppo andare per il sottile e senza innamorarsi delle scelte esotiche. Prima il meglio della Scandinavia e poi, se avanza qualche soldo, prendere uno straniero che possa alzare il livello tecnico. Fosse così in tutto il mondo, ci sarebbe un calcio migliore o forse torneremmo negli anni Ottanta.
Senza regole ormai ferree, il Bodo Glimt comunque persegue la sua politica calcistica senza per questo piangersi addosso. È una compagine fatta di ferro, praticamente. Solida, quadrata, non certo se ne possono innamorare gli amanti della playstation. Ma riesce, comunque, ad ottenere risultati e anche con buona costanza. Il suo palmares conta uno scudetto, due coppe nazionali e molte altre… della Norvegia del Nord. Il suo stadio è un piccolo gioiellino, l’Asprmyra che registra circa 8800 spettatori. Praticamente uno stadio di Serie C, ma con molto calore nordico intorno.
I tifosi del Bodo Glimt vivono il calcio con spensieratezza, pur avendo club e tifoserie ben radicate. L’arrivo della Roma e di Josè Mourinho da queste parti rappresentano senza dubbio una sorta di evento. Non è un caso che, un po’, in fase di sorteggio i norvegesi puntavano anche una big: se bisogna fare esperienza, facciamola con i più forti o quasi.
Sicuramente questa prima esperienza in Conference League sta diventando propedeutica, perché il Bodo sin dalle prime partite di qualificazione si è calata anima e corpo in questa competizione neonata. Senza grossi voli pindarici, ma con la capacità di poter affrontare qualsiasi tipo di avversario.
Sempre giocando un calcio accorto, nessuna precipitazione ma tanta forza tra difesa e centrocampo. Punti forti proprio perché assordati: i vari Berg e Vetlesen sono “vichinghi” che non mollano la presa.
Per la Roma proprio per questo l’impegno è doppiamente difficile. Per le condizioni climatiche già da pieno inverno mediamente europeo, ma anche per la chiusura a doppia mandata dei reparti norvegesi.
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Mourinho dovrà inventarsi qualcosa per uscire con i tre punti dallo stadio, e dovrà farlo anche in fretta. Sicuramente è previsto un tutto esaurito, da queste parti l’evento è vissuto al 100%, non a caso il classico merchandising legato alla gara è andato a ruba. Se poi arrivasse anche un risultato positivo, allora sì che la festa proseguirà.