Il compleanno di Pelè è celebrato in tutto il mondo. Il più grande di tutti, per la storia del calcio ma anche per quanto ha realizzato nel corso del tempo.
Tutto il mondo si inchina a Pelè. Il suo 81° compleanno è l’occasione per celebrare le virtù del grande campione brasiliano, al quale tutti augurano anche una miglior saluti. Gli ultimi ricoveri hanno fatto davvero preoccupare, nonostante le rassicurazioni che arrivarono dalla figlia. Il mondo comunque è rimasto in ansia, perché Pelè è stato davvero un campione amato da più generazione, un ministro vero e proprio per quanti amano questa istituzione.
Ha avuto e ha ancora il Brasile ai suoi piedi e non potrebbe essere altrimenti. Dopo aver giocato e vinto con la maglia verdeoro, Pelè è stato un po’ l’ambasciatore nel mondo, portando avanti tante campagne umanitarie.
Proprio per questo, il compleanno è l’occasione per sfogliare l’album dei ricordi, discutere magari sul record dei gol e proporre al mondo una pagina bella di calcio. Perché la favola del piccolo Pelè è diventata anche un film di discreto successo, il brasiliano ha avuto tutto dalla vita dopo esser partito praticamente da zero. Solo con un pallone in mano e tanti sogni in valigia.
I mondiali e i gol
Quella di Pelè è stata una carriera calcistica difficilmente ripetibile. Parlando la lingua dei gol, con il Santos tenuto a mo’ di bandiera quasi fino all’ultimo. Rifiutò l’Europa che lo avrebbe ancor di più arricchito, rimase fedele a quella maglia bianca bordata di nero, dandole 568 gol in 580 partite del campionato brasiliano nelle sue forme.
Nessuno come lui davvero, ricordare questo nel giorno del suo compleanno rende ancora più merito a una carriera di assoluto livello, proseguita nei Cosmos. Ma lì non era calcio, quanto veramente il raggiungimento di qualche sfizio economico e di un po’ di relax: il campo comunque recitava 31 gol in 56 partite, aveva comunque obiettivi da raggiungere professionalmente, tutto sommato.
Con il Brasile invece si lega il meglio, necessariamente. Intanto per lo score di 92 gare e 77 partite, il sorpasso di Neymar in zona gol non deve inficiare sul fatto che Pelè sia stato il migliore di sempre. Lo dimostra il suo straordinario curriculum con il Brasile e i tre mondiali vinti. Quello del 1958 in Svezia quando era ancora ragazzino, nel 1962 in Cile per la riconferma e poi nel 1970.
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Quello messicano, vinto contro un’Italia che per anni avrebbe pontificato la semifinale contro la Germania Ovest. E sarebbe stata accolta quasi dai pomodori dopo aver perso una finale contro dei marziani. Pelè era in buona compagnia con un Brasile pieno di talento e mosse irresistibili.