Le riserve della Juventus non convincono l’ambiente. Una sorta di panchina medio-corta è il cruccio di Max Allegri in un anno di grande difficoltà.
Il tempo delle riserve alla Juventus sembra esser finito. Sia delle riserve di energie e mentali, ma anche soprattutto per chi nel calcio occupa spesso un ruolo in panchina. I titolari sono un conto, le seconde linee sono un altro. Nel calcio moderno spesso si parla di 22 titolari e di turn over esasperato, ma la realtà la danno il campo e i numeri soprattutto.
Quelli di alcuni calciatori juventini, in particolar modo, congedano alcuni calciatori come elementi di seconda fascia e sarà difficile far cambiare idea all’ambiente. Anche perché qualcuno ha un super contratto e può beatamente stare in panchina e anzi, meno si gioca – tutto sommato – e meglio è.
Chiedere ad esempio alla coppia di centrocampisti formata da Arthur e Aaron Ramsey. Il brasiliano è appena rientrato in campo, rivisto dopo tempo nel match contro la Roma, ma in caso di un’offerta congrua partirebbe già domani. Nessuna squadra al mondo, però, aiuterebbe la Juventus a fare un pareggio di bilancio per quanto fu quotato nello scambio con Miralem Pjanic.
Per il gallese, invece, le prospettive sono diverse. Nel senso che è stato preso a parametro zero, ma la Juventus dovrebbe almeno recuperare parte dei 21 milioni di euro (!!!) che ha corrisposto/sta corrispondendo globalmente al centrocampista da quando è arrivato a Torino.
Gli italiani che temporeggiano
Non è solo una questione di calciatori esteri, ma anche le riserve nostrane non sono tra le più acclamate allo stadium.
Su Mattia De Sciglio si è scritto di tutto e di più, ma la maggior colpa del ragazzo forse è di non avere risposto per le rime a qualche criticone di troppo sui social. Dovrebbe rinnovare, per Max Allegri è un punto importante di riferimento, contro la Roma e lo Zenit è stato tra i migliori. Rimarrebbe e non basterebbe un assegno di qualche milione di euro per concretizzare un trasferimento, De Sciglio servirebbe a tante squadre almeno per tamponare qualche problemino immediato sulle fasce. A Torino ha trovato nuovi stimoli e un rinnovato feeling.
Daniele Rugani, invece, rimarrà con i piedi stabili a Torino. Lo scorso anno andò in prestito prima al Rennes e poi al Cagliari, senza strappare una seconda riconferma. È il quarto difensore in rosa e tale rimarrà, si fatica a capire anche eventuali interessi futuri.
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Così come è emblematico il caso di Federico Bernardeschi. Arrivato a malapena a dieci gol globali in quattro stagioni bianconere, ed è ancora segnato negli almanacchi come attaccante. Ha un titolo europeo grazie alla perseveranza di Roberto Mancini, i tifosi da tempo girano la testa quando lo vedono scendere in campo, al momento appare in ripresa ma dovrà fare molto di più.