Milan e Torino sono andate in campo senza Marco Giampaolo. Il tecnico è reduce da due esoneri proprio con i club che si sono affrontate ieri sera in campionato.
Il maestro è andato via. Lo cantavano Colapesce e Dimartino in una hit sanremese, lo hanno confermato anche i tifosi del Milan e del Torino. Che hanno oltrepassato la fase di Marco Giampaolo, puntando a un futuro forse migliore.
Quella del tecnico abruzzese è stata una doppia avventura senza grande costrutto nei due club, costruiti male sul mercato e forse impostati peggio sul mercato.
Perché Marco Giampaolo o si adora alla follia oppure diventa uno dei tanti, che spesso per via di un carattere introverso non riesce ad essere l’idolo dei media. Al Milan e al Torino i suoi rimpianti maggiori, due stagioni calcistiche davvero da dimenticare dopo quelle della risalita.
Nell’Empoli post Maurizio Sarri e nella Sampdoria aveva portato a casa gli obiettivi stagionali. In Toscana con un gran girone d’andata, mentre nel ritorno si erano visti i limiti di una squadra che sembrava ormai autonoma. Nella Sampdoria, invece, c’era un grande Fabio Quagliarella, che ebbe una sorta di seconda primavera, vincendo anche un titolo da capocannoniere. Tutto questo lo portò in rossonero.
Prima del Milan, parlando di Marco Giampaolo il ricordo vivo era quel contatto con la Juventus avvenuto nel 2009. Poi a Torino scelsero di confermare Ciro Ferrara e si andò ancor di più nel dramma sportivo. Così, dieci anni dopo l’occasione milanista era da non perdere.
Il modulo? 4-3-1-2 a tutti i costi, perché il maestro basava una squadra sulle inventive di Suso, che già aveva dato forse il meglio e aveva la mente un po’ annebbiata. In una protesta sorda, dopo aver perso a Udine, mandò in campo Andrè Silva per dimostrare ai rossoneri che non era adatto al suo modulo: il portoghese poi divenne l’idolo a Francoforte, mentre il Milan continuava ad avere seri problemi.
Fu esonerato dopo una vittoria a Genova strappata all’ultimo, Reina parò il rigore di Schone ma la decisione era stata presa. Arrivò Stefano Pioli e cambiò tutto, diede fiducia e ora lotta per lo scudetto.
Alla ripresa post covid, l’approdo al Torino. Prendere un allenatore che ha bisogno di tempo alla ripresa di un campionato dopo un mese? Nessuno avrebbe fatto ciò, il Torino sì. E ne pagò le conseguenze, Giampaolo fu prima osannato dal solito giornale e poi massacrato.
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L’illusione fu a Parma, la vittoria per 3-0 sul campo dei ducali diede forse qualche speranza, ma la presa con l’ambiente granata non arrivò mai. Ora, è alla ricerca di una nuova panchina al di là della categoria: Giampaolo potrà almeno riscattarsi dagli ultimi anni.