Il miracolo di Gian Piero Gasperini partì da un’ Atalanta-Lazio. Il 29 agosto 2016 la prima gara del tecnico in Serie A con il club bergamasco… senza prevedere quanto vissuto nel corso del tempo.
La prima non si scorda mai. In particolar modo se opposta – totalmente – a un futuro roseo. Nessuno nell’estate del 2016 avrebbe mai previsto un così funzionale matrimonio tra Gian Piero Gasperini e l’Atalanta. Il tecnico allora proveniva dal Genoa e accettò l’offerta della famiglia Percassi, promettendo a tutti i tifosi un campionato tranquillo.
Aveva una rosa di mestieranti, di giovani promesse e buone prospettive tattiche da poter mettere in campo. Chiaramente l’Atalanta, che aveva appena salutato Edoardo Reja, non chiedeva la luna ma solo di proseguire a fare un buon gioco in Serie A, cercando di valorizzare il fulgido settore giovanile.
La prima gara d’esordio fu in casa contro la Lazio. Gasperini puntò su un 3-5-2 che si trasformava in un 4-4-2. Tattica particolare come gli uomini in campo con Sportiello in porta, una difesa a tre “smontabile” con CR77 al secolo Cristiano Raimondi, Toloi e Zukanovic, poi un centrocampo a cinque con Conti, Kurtic, Kessiè, Dramè e Spinazzola, l’attacco con il duo formato da Paloschi e Gomez.
L’Atalanta in casa cominciò malissimo il suo campionato. La Lazio dopo 33 minuti era già avanti di tre reti, grazie ad Immobile, Hoedt e Lombardi. Il primo correttivo arrivò inserendo D’Alessandro per Dramè e avanzando decisamente il baricentro con un 3-4-3 puro.
Gli effetti arrivarono a metà ripresa con la doppietta di Franck Kessiè, che segnò una doppietta. Il centrocampista era tornato dopo un tirocinio eccessivo in Serie B, era già pronto da tempo per la massima serie e lo dimostrò già nella prima di campionato. Gasperini avanzò il peso offensivo con Petagna al posto di Zukanovic e mise anche Gagliardini per Kurtic, ma la Lazio chiuse i conti con Cataldi. Prima del definitivo 3-4 realizzato da Petagna, altro giovane che sembrava capitato per caso a Bergamo.
Fu una squadra sperimentale, nella rosa attuale sono rimasti solo Sportiello e Toloi, e il tecnico raccolse tre punti in cinque partite. Prima di cambiare totalmente modo di giocare e interpreti, confinando Dramè e Paloschi in panchina e ridando una nuova luce all’Atalanta.
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Quell’Atalanta divenne la rivelazione della Serie A, in attacco Petagna divenne fondamentale con il suo peso per aprire spazi a un Gomez davvero folgorante. Senza contare il grande apporto di Kessiè e Gagliardini, l’inserimento al centro della difesa di Caldara, e il gioco spumeggiante di Conti e Spinazzola sugli esterni. Praticamente cinque calciatori del settore giovanile che emersero a grande livello: uno dei tanti meriti del tecnico piemontese, e non solo.