Juventus-Fiorentina è anche un match tra fantasmi e ricordi. Le sfide tra le due squadre hanno rappresentato un piccolo pezzo di storia per entrambe.
La vigilia di Juventus-Fiorentina è sempre caratterizzata dagli animi dei tifosi, che di certo non vogliono lasciare punti in questo match sentitissimo. Un po’ come se dipendessero i destini del campionato o quasi, l’incontro dello Juventus Stadium sarà importante per capire quanto la squadra di Max Allegri possa puntare a una risalita. Nonché per scoprire le ambizioni del gruppo di Vincenzo Italiano, ad attendere una stoccata decisiva contro una big.
Cosa che riuscì, senza andare troppo lontano, nel dicembre dell’anno scorso, la vera e propria impresa della Fiorentina allora allenata da Cesare Prandelli. Un 3-0 senza scampo allo Stadium, la Juventus incappò in un ko abbastanza pesante, con Dusan Vlahovic che da lì in poi spiccò praticamente il volo. Era la fine del 2020, molto sarebbe accaduto successivamente. La Juve arrivò al quarto posto seppur con tante difficoltà, Andrea Pirlo fu salutato, ma dall’altra parte andò peggio.
Perché la Fiorentina si cullò praticamente su quella vittoria, come se valesse venti punti d’un tratto. Ma di punti quel match ne portò tre, e per conquistarne altri utili per la salvezza ci fu bisogno di tanto sacrificio soprattutto nel finale di stagione.
Juventus e Fiorentina hanno una ricca tradizione di incontri e scontri. Se a Firenze ancora si ricordano i tempi della prima di ex di Roberto Baggio, dalle parti di Torino invece hanno gli occhi luccicanti per quanto accadde nel 1994. Era la prima Juve di Marcello Lippi che con tre punti cercava di fare gioco, dall’altra parte la Fiorentina neopromossa con Claudio Ranieri in panchina e Gabriel Omar Batistuta di punta.
Le cose si misero bene per la Fiorentina, che andò addirittura sul doppio vantaggio. Sembrava quanto meno poter fare il colpaccio a Torino, ma emerse un nome su tutti: Alessandro Del Piero. Che contro la Fiorentina divenne definitivamente un big del calcio italiano. L’azione è notoria, ma incredibile per il suo svolgimento: traversone lungo sulla sinistra, Del Piero arriva in corsa a calciare: una sorta di arco letale per Francesco Toldo. Il simbolo, il manifesto dell’amore tra Del Piero e la Juve, ma anche il simbolo del pragmatismo di Marcello Lippi, che vinse l’anno dopo la Champions League.
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E fu quello un colpo di genio, qualcosa che ancora oggi viene ripetuto continuamente nei servizi televisivi. Come se ci fosse stato un prima e un dopo Alessandro Del Piero nelle sfide tra Juventus e Fiorentina. Nemmeno negli anni Ottanta arrivò un gol del genere, nemmeno quando le due squadre nel 1982 si contesero lo scudetto sino all’ultima giornata.