Il derby di Manchester all’ora degli spaghetti porta City e United a dover conquistare tre punti per migliorare la classifica e dare soprattutto un segnale tra fenomeni.
La guerra dei mondi, il derby di Manchester, stabilire chi è il migliore. Sono tante le sfide incrociate nel derby inglese, tra City e United ci sarà molto da combattere per conquistare i tre punti, nonché il gradimento dei tifosi inglesi.
La Premier League ha ancora tante cose da dire, vuole diventare – senza dubbio – meno monotona della scorsa stagione. Quando il City cementò praticamente sin da subito il campionato, lasciando agli altri le briciole. Allo United lasciò qualche gloria nel derby e il secondo posto, mostrando il suo grande rammarico per la finale di Champions League contro il Chelsea.
Da allora è scattata qualcosa nella squadra di Pep Guardiola, che ha l’ossessione Champions League e soprattutto vuole sbagliare meno incontri possibili contro le grandi. Questioni di mentalità, ambizione ma anche di tenere alta la guardia, perché la tensione non si allena di certo sporadicamente. Dubbi di formazione, qualche acciacco, la voglia forse di cambiare qualcosa tatticamente: il City vorrà giocare un match frizzante e prendere il primato cittadino.
Il Manchester United quest’anno non è una squadra molto continua e lo ha dimostrato proprio nel match contro l’Atalanta. Le attenzioni, non a caso, sono riversate su Cristiano Ronaldo, che affronta il “nemico” Pep Guardiola, per anni allenatore di quel Leo Messi che lo ha spesso beffato nella lotta al Pallone d’oro.
CR7 dimentica le vittorie – spesso e volentieri – e rimane concentrato sulle sconfitte, proprio per questo guardando Guardiola in panchina avrà ben altre motivazioni rispetto ai compagni di squadra.
Una sfida inglese ma con tono europeo per la grande qualità in campo, lo United è diventato un team particolarmente misto nei modi di giocare, quasi rimpiangendo ancora i tempi di Alex Ferguson. Quando il tecnico scozzese prese un gruppo omogeneo e lo rese granitico, puntando sui migliori elementi del Regno Unito, che avessero quel qualcosa in più dal punto caratteriale.
Perché all’epoca passare la linea Maginot formata da Roy Keane e Paul Scholes era davvero una grande impresa, ai tempi il City si barcamenava come meglio poteva. Erano tempi ben diversi, la grinta dei corazzieri di Alex Ferguson è ben diversa dalle esultanze di Paul Pogba, della gamba leggera di Bruno Fernandes e dal pieno inserimento dei nuovi acquisti.
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Oggi, invece, alle 13.30 andranno in campo super potenze economiche e sociali, in campo vanno i giocatori ma in tribuna entrano in gioco ben altri valori. Vincere il derby per non soccombere, sembra questa la maggiore indicazione proveniente da Manchester. Il primato cittadino sarà il cronometro per le ambizioni di entrambe.