Tommaso Baldanzi è un asso nella manica per l’Empoli. Più per il futuro che per il presente, ma la classe del giovane trequartista potrebbe presto essere svelata nella massima serie.
C’è un talento messo in banca. Anzi, che frutta più di un Bot. La sicurezza è l’Empoli, che dei giovani riesce spesso a ricavarne il massimo, facendoli diventare giocatori di un certo spessore. I tifosi toscani ma anche gli esperti dei settori giovanili scommettono in massa sul futuro radioso di Tommaso Baldanzi, l’elemento più importante dell’Empoli Primavera.
Campione d’Italia con il gruppo toscano, Baldanzi fu eletto come miglior giocatore dello scorso torneo, tanto per fare capire il livello del ragazzo. Un trequartista che segna e fa segnare, ispira, dà luce alla manovra e sta cercando di migliorare per imporsi anche in prima squadra. Tutti ne parlano un gran bene, con l’Empoli dei grandi si allena e stupisce per i suoi colpi, anche se deve ancora fare il salto di qualità.
In Serie B lo scorso anno è stato in panchina per sette volte, Alessio Dionisi gli ha concesso l’emozione dell’esordio in Coppa Italia contro il Benevento e poi lo ha mandato in campo nei minuti finali contro il Napoli. Sicuramente un inizio di svezzamento che ricorderà quando andrà nuovamente in campo.
Il talento da valorizzare
Quella di Tommaso Baldanzi è una classica storia made in Empoli. Ovvero di un ragazzo che arriva da bambino a indossare i colori biancoblu, da quando aveva l’età di otto anni. Proprio per questo, crescita graduale e ben seguita, negli ultimi anni è stato Antonio Buscè – ex ala proprio dei toscani – a saperne tirare fuori il meglio. L’esperienza in Primavera e nella Youth League servirà a farlo crescere.
Con alle spalle una famiglia solida e di sani principi, Tommaso Baldanzi non si è montato la testa. Da classe 2003 sa benissimo che il tempo è a suo favore, inutile rischiare qualcosa in un percorso che procede senza problemi alla ricerca di un futuro radioso.
Ancora un po’ leggerino in campo dal punto di vista muscolare, deve allenarsi per bene per colmare questo gap e diventare un protagonista nei professionisti. I consigli arrivano anche da Aurelio Andreazzoli, che per età potrebbe essere proprio il nonno del ragazzo, e lo ha già portato qualche volta in panchina.
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Respirare l’aria della Serie A ha un sapore ben diverso. Quando nacque lui nel 2003, l’Empoli giocava nella massima serie contro il Brescia di Roberto Baggio e Pep Guardiola, mica due qualunque passati per caso. Due, per altro, che potrebbe prendere a modello, per professionalità, posizione in campo e capacità di entrare nel vivo del gioco. Ne guadagnerebbe moltissimo anche la Nazionale italiana, che da anni attende un trequartista centrale di assoluto livello.