Paulo Dybala e il regalo di compleanno: cosa vorrebbe ricevere il calciatore della Juventus? Una maggior considerazione, qualche gol in più oppure una Champions League in ogni modo?
Il compleanno di Paulo Dybala mette l’attaccante davanti a un’età che comincia ad essere importante, anche nel mondo del calcio. A 28 anni ormai non si può essere considerati dei ragazzini, nonostante un volto senza un pelo di barba e quel taglio di capelli da quindicenne che si porta ormai dietro da una vita.
L’argentino è l’elemento di maggior fantasia nella Juventus, nonchè quello che negli anni si è attirato le maggiori critiche. Perché è andato a corrente alternata, da Cristiano Ronaldo non ha avuto grossi suggerimenti e spesso è stato caricato di responsabilità proprio nei momenti in cui non stava bene fisicamente.
Perché Paulo Dybala ha spesso e volentieri momenti di calo, sia in campo da un punto di vista mentale, nonché sul versante fisico. Mancando spesso e volentieri l’appuntamento con il grande salto di qualità, come se la sua carriera – a un certo livello – si sia fermata a quella doppietta contro il Barcellona di qualche stagione fa in Champions League.
Ha fatto qualcosina negli anni a seguire, mai andando nell’olimpo del definitivo o leggendario con Massimiliano Allegri prima e con Maurizio Sarri poi, dove era più letale in zona offensiva mancando però l’appuntamento contro il Lione. Anzi, entrando in campo, rischiando e… uscendo dopo pochi minuti di gioco per una ricaduta muscolare.
Soprattutto nella scorsa stagione Paulo Dybala è sembrato quasi… l’uomo in meno. Perché Andrea Pirlo lo ha visto relativamente poco in campo, e nemmeno era scattato questo grande feeling con l’allenatore bresciano.
I numeri di Dybala sono un po’ a corrente alternata, il 15 novembre è data del compleanno ma anche di riflessioni da fare per il proseguo in bianconero. Colori a cui è legato, così come la tifoseria è legata al suo attaccante, ma l’impressione rimane sempre quella di un talento entrato negli ultimi anni in una sorta di limbo.
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Dalle tante lacrime a ogni infortunio che denotano ancora una fragilità di carattere a quei colpi estemporanei che fanno un po’ illudere tutti: c’è bisogno ancora di qualche progresso in più. Compreso il piano tattico, perché non è un trequartista (dimentichiamo i confronti con Alessandro Del Piero, che sapeva far tutto), non è nemmeno una prima punta tipica. È una prima punta e… mezza, una seconda punta, l’elemento che svaria sul fronte offensivo. Alla ricerca di un degno partner con cui dialogare e dimostrare di essere davvero il numero 10 che la Juventus forse attende da qualche anno nei fatti più che nelle intenzioni.