Alex Saelemaekers è l’esempio della classe operaia vista nel Milan. Giocatore duttile e disponibile, può ancora migliorare sulla fascia destra rossonera.
Arrivò in punta di piedi, sta migliorando con passi davvero da gigante. Alex Saelemaekers nell’ultimo anno e mezzo è stata la sorpresa in positivo del Milan, arrivato senza troppi clamori e ora decantato a meraviglia. L’esterno destro è ormai un punto fermo nella squadra di Stefano Pioli, perché rappresenta tutto il meglio che si possa chiedere a un’ala moderna.
Giocatore con buoni principi tattici, ha praticamente attraversato la seconda fase del Milan di Pioli, ovvero quella della crescita graduale e progressiva. Sono arrivati i risultati, nonché la consapevolezza di essere a un passo dal diventare davvero un gran talento a livello europeo. Gli manca ancora qualcosa – oggettivamente parlando – e sta cercando di recuperarla in campo intercontinentale, quando indossa la maglia del Belgio.
Strappa sempre applausi proprio per la capacità di lottare su ogni pallone. In un Milan operaio si è integrato alla perfezione, da quando arrivò nel gennaio del 2020, preso in prestito dall’Anderlecht. Sembrava un colpo di riparazione utile solo per il provvisorio, divenne invece un asso nella manica per tutto l’ambiente. Perché Alex Saelemaekers ha voglia di sognare e di tornare a vincere insieme al Milan.
L’uomo della provvidenza
Rispetto a Daniele Massaro, Alex Saelemaekers può essere una riedizione della provvidenza. Segna meno rispetto al collega italiano, ma ha una maggiore predisposizione all’assist, che serve ugualmente nella manovra offensiva.
Riesce spesso a superare in agilità il suo avversario, il suo strappo in mezzo agli avversari lo porta ad andare sul fondo e crossare, oppure a lottare con buona agilità in mezzo al campo. La sua visione di gioco è plurima, nonostante non sia proprio un elemento da tecnica brasiliana sa essere utile in fase di palleggio.
Per diventare un campione, Alex Saelemaekers ha bisogno ancora di un buon tirocinio e seguire da vicino esempi come Zlatan Ibrahimovic soprattutto per quanto riguarda i nervi tesi da tenere in campo. Perché il belga è ancora un po’ troppo suscettibile, se trova una marcatura arcigna può andare in difficoltà dal punto di vista di mentale.
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L’ambiente milanista lo cura per bene, il rinnovo di contratto sino al 2026 è la dimostrazione di quanto si punti su di lui per il futuro. Non è un caso che il Milan abbia preso sulla fascia destra Alessandro Florenzi per farlo rifiatare e non un altro giovane top player. Con la consapevolezza di avere un calciatore universale sulla fascia laterale, in alcuni casi il belga è stato impiegato da terzino senza sfigurare. La missione ora è di aumentare il suo score offensivo e tracciare i conti quanto prima.