Vicenza-Brescia è un po’ la gara di Roberto Baggio. Tanti i ricordi per il campione, che iniziò e finì la carriera con queste due squadre ora in lotta in Serie B.
La gara di Roberto Baggio, il derby del divin codino. Perché quella tra Vicenza e Brescia non è mai una gara banale, tutto sommato. La sfida, al momento, metterà al confronto i veneti in lotta per la salvezza, che hanno avuto un bruttissimo avvio di campionato contro un Brescia ancora alla ricerca di un rodaggio perfetto per la promozione.
Una gara tra proprietà che hanno investito (Rosso per il Vicenza, Cellino per il Brescia), ma il richiamo al passato sembra essere più forte di tutto. Ricordando Roberto Baggio, ma anche l’ultimo confronto che avvenne in Serie A nella stagione 2000-01. In Veneto si giocò con un sostanziale equilibrio, al gol di Dario Hubner replicò Lamberto Zauli, mentre al ritorno le rondinelle vinsero 2-1.
Era un altro calcio, venti anni fa Roberto Baggio era ancora in campo, indossava la maglia del Brescia e regalava altre perle sul finale della sua carriera. Dopo aver incontrato Carlo Mazzone, vicino qualche volta a sedersi sulla panchina biancorossa, ma che fece un buon tragitto proprio in Lombardia con il compianto Gino Corioni.
Tornando a Baggio, quella tra Vicenza e Brescia è la sfida del cuore.
Iniziò in biancorosso, era un ragazzino che riusciva a stupire il pubblico per i suoi colpi. Fu acquistato a peso d’oro dalla Fiorentina, che lo attese dopo il grande infortunio che poteva stroncarne la carriera. Ma la squadra viola aveva visto giusto, perché Roberto Baggio era il miglior talento della sua generazione, tanto che a Vicenza già sapevano che – prima o poi – sarebbe andato via.
Giocò solo in Serie C con la squadra delle sue origini, poi cominciò il giro di Italia a esaltare… un po’ tutto il mondo. Dalla viola al mondiale del 1990, poi la Juventus, il Pallone d’Oro, l’illusione americana del 1994, il Milan, il Bologna, l’Inter… e il Brescia.
Nell’estate del 2000 arrivò con Carlo Mazzone in panchina, fu un binomio tra i più belli che poteva offrire il calcio italiano. Fu musica per le orecchie, il tecnico romano gli affiancò a centrocampo anche Andrea Pirlo e Josep Guardiola, in attacco invece proprio Luca Toni passò dal Vicenza al Brescia, con tanti miliardi investiti.
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Potenzialità in atto, belle partite viste e riviste. Fu un pezzo di storia meraviglioso quello di Roberto Baggio a concludere la carriera. Pensando al Vicenza dei primi tempi, concludendo con un Brescia che omaggia ancora oggi il numero 10 per eccellenza del calcio italiano.