Sono stati sostanzialmente pochi i calciatori di sinistra nella nostra Serie A. Dichiarare il proprio credo politico è ancora un argomento tabù nel mondo del calcio.
Lo sport non ammette pensiero, o quasi. Perché in effetti sono oggettivamente pochi i calciatori che hanno dichiarato il loro credo politico. In particolar modo, spesso erano gli anni passati a dare maggiori indicazioni, mentre ora si va più che altro per deduzioni.
In Serie A, per esempio, sono pochi i calciatori che si sono professati con il pensiero a sinistra, così come sono pochi quelli di destra, anche se nel prendere la Lazio scudettata del 1974 si va sul sicuro praticamente. Per quanto riguarda i calciatori di sinistra, proprio rimanendo agli anni Settanta il caso più famoso è quello di Paolo Sollier. Sostenitore di Avanguardia operaia, numero 11 del Perugia, più celebre per il pensiero che non per i gol. Era un calciatore impegnato, un po’ come tanti coetanei dell’epoca che frequentavano le università. Scrisse libri, divenne un punto di riferimento per gli sportivi impegnati, un po’ come Luciano Zecchini, varie esperienze da calciatore e da allenatore, un solo credo politico mantenuto.
Di sinistra sarebbe Renzo Ulivieri, che fu consigliere comunale con il PCI tanti anni fa e poi candidato con SEL.
Tenetevi il miliardo è stato già detto?
Parlando dei calciatori di sinistra la storia più conosciuta in tempi recenti è quella di Cristiano Lucarelli. Che ritornò nella sua Livorno rinunciando a un miliardo di lire dal Torino (ai tempi si facevano contratti impensabili, non solo oggi gli emolumenti fioccano). Gli andò decisamente bene, perché tornò nella squadra della sua città e la portò anche in Serie A da capitano, per poi girare in lungo e in largo tutto la penisola italiana del calcio.
Un rapporto mai nascosto con la fede politica, dei calciatori impegnati è quello che sin da subito si è professato di sinistra, da quando mostrò una maglia di Che Guavara dopo un gol con la selezione Under 21.
A sinistra anche la posizione di Fabio Rustico, difensore dell’Atalanta negli anni Novanta e Duemila. Non un titolarissimo, forse proprio per questo aumentò la sua cultura extra calcistica. Divenne consigliere comunale a Bergamo ed entrò in campo anche con una bandiera della pace: il calcio non vide proprio di buon occhio questa scelta.
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Tra i calciatori francesi transitati in Italia, Lilian Thuram è impegnato nella lotta al razzismo in prima fila, recentemente è stato ospitato anche dalla tv di Stato per la presentazione del suo libro. A sinistra viaggia anche Vihash Dhorazoo, non memorabile nelle esperienze con Milan e Livorno, più efficace nelle sue battaglie ambientali.