Gli esoneri degli allenatori e la retorica tutta italiana. Vale la pena sempre e comunque ringraziare i tecnici allontanati? Sta cambiando anche questa scuola di pensiero
Il calcio italiano è sempre ricco di esoneri. Gli allenatori, nel corso degli anni, hanno capito che il loro mestiere è tra i più precari al mondo, anche se lautamente pagato. Beninteso, quando si verificano gli esoneri accadono tanti fattori, partendo da uno stipendio comunque elargito senza mettere piede in campo… al dover tornare a casa dalle proprie mogli.
Se questa è una consolazione per gli allenatori – in minima parte – c’è anche il rimpianto di non aver completato la propria opera in campo. A volte gli esoneri avvengono per colpe nemmeno proprie, il mercato insufficiente, una rosa poco adeguata alla categoria portano sconfitte e malumori. Non potendo licenziare quella ventina di giocatori, si decide per la testa del mister e per quella dei collaboratori, che stanno diventando sempre più numerosi.
Spesso poi è una questione di piazza. Accontentare la tifoseria con gli esoneri è un metodo vecchio come il mondo, gli allenatori non troppo simpatici hanno sempre qualcosa in più da temere. Con tanti ringraziamenti in molti casi ma anche con… qualche recriminazione espressa dagli stessi dirigenti. Che ora non sembrano più trattenere il rospo, abbandonando una laconica retorica.
Che la musica sia cambiata sul piano della comunicazione è una conseguenza. L’immediatezza dei social, in alcuni casi, è sostituita da veri e propri sfoghi.
Il primo caso è stato quello della Salernitana, Fabrizio Castori è stato esonerato e anche rimproverato dal nuovo trust, che ha accusato il tecnico di non aver dato il 100% alla squadra. L’arrivo di Stefano Colantuono è stato così accompagnato anche da questo alone, la nuova dirigenza ha fatto capire di non tollerare più passi falsi.
Quando accaduto a Pordenone, invece, è stato uno show ad uso e consumo delle telecamere. In maniera molto schietta il patron Mauro Loviso ha esonerato Massimo Rastelli in diretta, affermando come il Pordenone non dovrà mai avere dei tecnici che schierano in campo cinque difensori. Ammettendo anche l’errore di partenza con l’ingaggio di Massimo Paci, per il povero Rastelli sono arrivate critiche per il suo operato… con il “sogno” Bruno Tedino ingaggiato due giorni dopo.
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L’associazione italiana degli allenatori con un duro comunicato ha dichiarato che gli allenatori meritavano senza dubbio un maggior rispetto e che questo clima non fa di certo bene al calcio. Forse, non fa nemmeno bene troppa retorica melliflua, quella che allontana dalla cronaca e porta solo a conoscere solo alcuni aspetti e non le totalità dei rapporti tra club e tesserati.