Lo Spartak Mosca resca un tabù per il Napoli, come quasi tutte le squadre russe: cosa serve ora per la qualificazione.
Il girone di Europa League del Napoli resta il più equilibrato di questa edizione. Colpa degli azzurri, merito dello Spartak Mosca. La squadra allenata da Rui Vitoria, debole e poco competitiva in questa stagione, è riuscita nell’impresa di strappare non 3 ma ben 6 punti alla formazione di Spalletti, caduta improvvisamente in uno stato confusionale che potrebbe farle gettare alle ortiche i primi tre mesi da favola.
D’altronde, che contro lo Spartak gli azzurri non avrebbero avuto vita facile era prevedibile. E non solo per lo spettro che aleggiava sulla sfida con la blasonata squadra di Mosca, già affrontata nelle battute conclusive dell’epoca di Maradona (due pareggi e una sconfitta ai rigori), ma anche per il più recente precedente, quello dell’andata, finito con un rocambolesco 3-2 per gli ospiti.
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Allargando lo sguardo, è proprio un mal di Russia quello che affligge il Napoli. L’unica vittoria resta il 3-1 rifilato in casa nell’Europa League 2014/15 alla Dinamo Mosca e firmato da una tripletta di Gonzalo Higuain. Per il resto, solo delusioni per gli azzurri. A Mosca quella stessa squadra pareggiò 0-0, negli anni Settanta contro la Torpedo Mosca la squadra partenopea venne travolta all’andata (4-1) e pareggiò 1-1 al ritorno. I numeri non mentono, i precedenti neppure.
Napoli ko con lo Spartak Mosca: cosa serve per qualificarsi?
Messa alle spalle la maledetta doppia sfida con lo Spartak Mosca, al Napoli restano comunque alcune speranze di qualificazione. Certo, molto dipenderà anche dall’esito della sfida tra Leicester e Legia Varsavia.
In caso di (probabile) vittoria dei padroni di casa, in classifica gli azzurri scivolerebbero al terzo posto, un punto sopra al Legia e uno sotto la coppia Leicester-Spartak. Per qualificarsi come all’ultima giornata in quel caso basterebbe la vittoria contro gli inglesi, ma per il primo posto servirebbe anche una contemporanea sconfitta o un pareggio dello Spartak a Varsavia (all’andata ha vinto di rapina 1-0 il Legia a Mosca).
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Qualora i polacchi dovessero invece a strappare un pari al Leicester, la classifica vedrebbe il Legia salire a 7 punti con Napoli e Spartak, mentre gli inglesi rimarrebbero quarti a quota 6. In quel caso, con una vittoria all’ultima giornata gli azzurri si qualificherebbero sicuramente, ma per il primo posto dovrebbero comunque vedere il risultato dell’altra gara: in caso di vittoria dello Spartak, sarebbero secondi; con una vittoria del Legia, sarebbero primi; in caso di parità entrerebbe in gioco la classifica avulsa e quindi il Napoli si qualificherebbe comunque come secondo (con 6 punti contro i 7 dello Spartak, mentre il Legia rimarrebbe dietro a quota 4).
Infine, in caso di ‘miracolosa’ vittoria del Legia in Inghilterra, la squadra polacca volerebbe a quota 9 punti, facendo scivolare al terzo posto il Napoli. Con questo quadro, gli azzurri potrebbero anche pareggiare con il Leicester. Tuttavia, si qualificherebbero (come secondi) solo in caso di contemporanea vittoria del Legia con la squadra russa. In caso di vittoria azzurra, la qualificazione sarebbe invece aritmetica, con un secondo posto in caso di vittoria di una delle due squadre dell’est, mentre con un pareggio tra Legia e Spartak verrebbe fuori addirrittura un rocambolesco primo posto.
Insomma, la situazione è molto intricata. Le certezze sono poche: per passare, è quasi artimeticamente necessario vincere l’ultima gara con il Leicester; per arrivare primi è sicuramente necessario un aiuto nella gara tra Legia e Spartak. Il destino degli azzurri dipende solo per metà dai propri piedi. Un destino debole, quello che Spalletti non avrebbe mai voluto vivere.