Vincere per uno a zero o fare spettacolo? In molti puntano alla vittoria secca per ristabilire le gerarchie e soprattutto fare punti pesanti in campionato. Sarà questa la tendenza dell’inverno in Serie A?
Meglio badare al sodo: lo sanno bene gli allenatori di Serie A che devono conquistare punti necessari. Che si ottengono spesso in inverno e non, come si possa pensare, all’arrivare della primavera, quando magari la classifica la fa spesso da padrona. È nei campi bagnati e innevati che emergono le squadre vere, quelle che conquistano i risultati striminziti e fanno dei bei balzi in avanti. Oppure mettono fieno in cascina, vincendo per uno a zero, senza concedere troppo allo spettacolo e all’etichetta.
La tendenza delle ultime stagioni ha portato l’incremento delle reti, soprattutto per i cambi che si possono effettuare. Mandare in campo cinque forze fresche sfianca le difese e ringalluzzisce gli attacchi, bravi poi a saper trovare la via della rete. In tutto questo, c’è chi però punta all’uno a zero come mantra di vita, una forza molecolare che poi diventa necessaria da applicare per il proseguo del campionato.
Gli allenatori amanti dell’uno a zero vengono chiamati risultativisti, neologismo nemmeno troppo bello e cacofonico da applicare a tecnici che sanno vedere lungo.
Quelli che vincono qualcosa
La categoria dell’uno a zero è spesso la più sottovalutata dai giovani, ma la più amata dagli esperti di calcio. Vincere uno a zero è come indossare una camicia pulita per molti, dà quel senso di freschezza, la sicurezza di non avere macchie (difensive), l’efficacia di aver un buon capo addosso (in questo caso il gol vittoria).
In ciò crede Massimiliano Allegri, ed in effetti tanti torti non ne ha. Perché qualche mese fa prese la Juventus e la riportò ai suoi credi sportivi, la portò a guardarsi allo specchio per capire che si doveva tornare al passato. Basta Sarri, basta CR7, basta frizzi e lazzi: c’era da vincere con olio di gomito. Il tecnico bianconero è riuscito a infilare vari uno a zero un po’ a tutte le categorie di avversari, in casa e in trasferta, in Serie A e in Champions League (ieri sera non proprio ci è riuscito, anzi…).
Uno lo applicò anche a Josè Mourinho, che faceva parte della categoria in un suo periodo storico, per poi essere trascinato dalle onde un po’ dello spettacolo e un po’ di squadre non troppo efficaci. La sua Roma alterna vari momenti di gioco, ma non è squadra da uno a zero: pensare di rifare l’Inter del triplete è un’alchimia un po’ troppo grande.
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Così, i maestri dell’uno a zero sono quelli spesso poco ricercati, ma efficaci nell’ottenere il risultato. L’inverno sta arrivando, meglio coprirsi e ottenere il massimo facendo il minimo.