Venezia-Inter è una scatola di ricordi che passa da Alvaro Recoba a Hector Cuper, passando per i tanti rimpianti lasciati nella laguna.
L’Inter guarda al “Penzo” di Venezia e aumenta i rimpianti del passato. Mettendo da parte quanto accade negli anni Sessanta, gli ultimi tre precedenti dei nerazzurri sono semplicemente da brivido per la squadra nerazzurra in laguna.
Si parte dal 16 maggio 1999, nella memoria più recente. Il Venezia concluse una stagione in grande rimonta, battendo l’Inter per 3-1. Fu la gara della festa per i lagunari, che si salvarono con merito dopo un girone d’andata abbastanza affannoso. Walter Novellino si congedò con una vittoria dall’ambiente, l’anno dopo il Venezia riuscì comunque a ripetersi sui nerazzurri.
Con una partita non proprio bellissima dal punto di vista dello spettacolo, giocata il 17 ottobre 1999. Quel Venezia riuscì a strappare tre punti contro l’Inter passata di mano a Marcello Lippi, vinse per 1-0 con gol di Pippo Maniero, in quella stagione ci furono comunque poche gioie per i lagunari.
Nella stagione 2001-2002, le due squadre si affrontarono il 27 gennaio 2002. E finì 1-1, al gol di Cristian Vieri replicò un rigore di Maniero. Così come la Roma, anche l’Inter perse due punti contro la squadra che retrocedette in grande anticipo. Non a caso, la Juve vinse in laguna e conquistò lo scudetto…
Quel sogno chiamato Recoba
Probabilmente il vero Alvaro Recoba è stato visto dai tifosi del Venezia e solo in parte da quelli dell’Inter. L’uruguaiano arrivò in laguna quando il Venezia sembrava già più pensare alla B che alla permanenza in Serie A. Ci arrivò quasi per caso, quando Federico Giunti dal Parma… scelse il Milan, per diventare campione d’Italia.
Al Venezia serviva un uomo d’ordine, si tentò con l’Inter di avere Andrea Pirlo, arrivò invece Alvaro Recoba. Che aveva caratteristiche diverse rispetto a quelle di un regista, era un trequartista-seconda punta fin troppo discontinuo e con pochi minuti nelle gambe.
Walter Novellino si mise all’opera e fece mettere in forma l’uruguaiano, che in Italia aveva un regime alimentare abbastanza opinabile, fatto di succo di mela e nutella il più delle volte. Riportato in forma, l’uruguaiano cominciò a far volare il team di Maurizio Zamparini. Nel 4-1 contro la Fiorentina vinse la gara praticamente da solo, quella tripletta mise a bada definitivamente i sogni scudetti del Trap in Toscana.
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Terminata quell’annata con salvezza spettacolare, l’uruguaiano tornò a Milano. Rimanendo sempre l’idolo di Massimo Moratti, meno dei suoi allenatori. Cuper lo fece giocare tanto, ne ottenne sostanzialmente poco. Andò peggio agli altri tecnici, ma anche allo stesso attaccante, rimasto sempre in una sorta di limbo.