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Un Grosso compleanno: Fabio resta sempre un eroe

Il compleanno di Fabio Grosso è l’occasione per il popolo italiano – ancora una volta – di ringraziare l’eroe del mondiale 2006. Con una nuova vita professionale ancora da migliorare.

Buon compleanno a Fabio Grosso, eroe del mondiale 2006 – foto LaPresse

Un compleanno sempre tinto d’azzurro. Perché il destino e la carriera di Fabio Grosso trovò il suo boom nel mondiale del 2006 e tutti gli italiani di questo ne sono stati entusiasti. Fu una stella cometa, una via lattea di spettacolo, agonismo e se vogliamo anche fortuna, l’uomo di provincia che si alzò al cielo dimostrando come gli italiani hanno sempre una marcia in più.

Parlare di Fabio Grosso, inevitabilmente, porta sempre a parlare del mondiale tedesco. Ci arrivò in sordina, entrò pienamente nell’undici titolare dal match contro la Repubblica Ceca e non lasciò più la fascia sinistra. Conquistando un rigore con arguzia contro l’Australia, chiudendo per bene i varchi contro l’Ucraina e diventando un pezzo di storia vivente nel match contro la Germania. Quel gol nel secondo tempo supplementare visto e rivisto, in slow motion come se fosse la miglior sequenza possibile da girare. E infine quel rigore contro la Francia, l’ultimo … quello decisivo. Lo sguardo sicuro, il sinistro che gonfia la rete di Fabien Barthez. Campioni del mondo, giusto così.

La libertà dell’ala sinistra

Esultanza storica dopo il gol ai padroni di casa della Germania – foto LaPresse

Quella di Fabio Grosso, ricordata anche oggi nel giorno del suo compleanno (compie 44 anni), è un’avventura partita dalla Serie C. Quando giocava da trequartista nel Chieti e arrivò nell’estate del 2001 al Perugia di Serse Cosmi. Che lo spostò – per esigenza e per curiosità – dal centro alla zona sinistra del campo, in una posizione più offensiva nei cinque di centrocampo. Pian pianino divenne un esterno laterale a tutta fascia, soprattutto migliorando nel posizionamento difensivo.

Le lunghe leve, però, erano sempre ben in vista, nella squadra umbra tanti i gol decisivi realizzati, un po’ su tutti i campi e senza timori. Andò poi a Palermo, sposò il progetto ambizioso di Maurizio Zamparini e fu convocato al mondiale insieme a Cristian Zaccardo, Andrea Barzagli e Simone Barone: quattro rosanero andarono sul tetto del mondo.

Esperienze poi con l’Inter, il Lione e la Juventus per chiudere la carriera nella prima squadra scudettata di Antonio Conte.

Il percorso da tecnico è partito proprio dalla primavera bianconera, poteva subito andare a Crotone ma scelse Bari, poi il Verona, ma in Serie B non andò benissimo nelle due piazze ambiziose. E nemmeno a Brescia ci fu gloria, nonostante l’esclusione di Mario Balotelli dalla rosa.

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Poi il Sion e infine il Frosinone con il quale sembra aver trovato una dimensione in panchina più consona. Il compleanno odierno conferma un dato di fatto: l’affetto del pubblico italiano rimane sempre immutato.

 

Published by
Massimo Maneggio