Napoli-Lazio è una gara tra derby ed ex incrociato. Un’altra partita che porta significati precisi negli interpreti in campo e in panchina.
Tra Napoli e Lazio la regola principale è quella di dare tutto. Anche perché di sentimentalismi in campo ce ne saranno ben pochi, i tre punti sono il pane quotidiano di chi necessariamente sta inseguendo dei sogni. Tutto sommato non è nemmeno sbagliato staccare la spina dei buoni propositi per concentrarsi esclusivamente sul terreno di gioco. Lo sa bene Maurizio Sarri, amato, poi odiato e forse ora sopportato dal popolo di Napoli.
Il tecnico portò il gioco sarriano, una concezione rivoluzionaria, un’idea che riuscì negli interpreti meno nelle vittorie finali. Fu quello in grande rimpianto, di non aver vinto un campionato con il comandante, nonostante il record di punti, nonostante il gioco offensivo. Che si basava su un centravanti bonsai come Dries Mertens, ma anche su dei meccanismi importanti di palleggio e pressing.
Di questo ne era consapevole anche il fedelissimo Pepe Reina, portiere con Sarri a Napoli e ora nella Lazio. Era proprio lo spagnolo una sorta di primissimo regista del Napoli, il suo rilancio non era random, i suoi tocchi ravvicinati davano il via all’azione.
L’ex più recente tra Napoli e Lazio è l’albanese Hysaj. Chissà se non si sia già pentito per la scelta fatta quest’estate, il fatto di aver cantato Bella Ciao ha reso difficile i rapporti con una parte di tifoseria. L’albanese va avanti per la sua strada e con Sarri in campo ha collezionato un buon minutaggio, resterà da capire quanto possa essere incisivo soprattutto nella seconda parte della stagione.
Se la Lazio colleziona ex, il Napoli invece ha gente che è abituata al confronto con i laziali. Gente da derby, che consideravano quella contro i biancocelesti la gara della vita.
Per Kostas Manolas il discorso è intenso da anni. Il greco era sempre uno degli elementi più vivaci nel derby di Roma, perché dava sempre il massimo e spesso diventava l’idolo della tifoseria. A Napoli deve recuperare terreno, le voci di mercato quest’estate non l’hanno di certo aiutato.
Sicuramente per Luciano Spalletti è l’attesa è doppia. I derby contro la Lazio erano sempre il punto focale delle sue stagioni alla Roma, erano le gare da non fallire assolutamente. Viveva un campionato dentro il campionato, quelle due gare diventavano il metro per misurare tutta la stagione.
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Non sarà così con il Napoli… ma quasi. Perché i campani sono in ballo per lo scudetto e devono ballare sino in fondo. Superando le avversità e il gioco sarriano che al “San Paolo” fu il menù preferito degli anni passati.