Sinisa Mihajlovic e la Roma hanno un rapporto contrastante. Fu con i giallorossi a mettere piede in Italia, mancò poi l’appuntamento per allenarli…
Quella di Sinisa Mihajlovic contro la Roma è una sorta di sfida nella sfida. Proprio con i giallorossi nel 1992 arrivò in Italia, lasciando una Jugoslavia martoriata dalla guerra e con ben altri problemi. Arrivato dalla Stella Rossa trovò in panchina Vujadin Boskov, che ne aveva caldeggiato l’acquisto. Era un elemento importante del calcio serbo, giocava allora come centrocampista centrale ed esordì sin dalle prime battute con la Roma. Il 26 agosto 1992 era in campo nella sfida di Coppa Italia contro il Taranto: andò subito in gol e si ripetette poi nella sfida di ritorno.
In campionato divenne un elemento prezioso, anche se poco avvezzo agli usi e costumi del calcio italiano. Troppa irruenza poteva essere risparmiata, ma sicuramente non era un elemento che lesinava energie. Due le stagioni nella Roma giallorossa, 69 presenze comprese le Coppe e sette gol complessivi. Con qualche vittoria e qualche altra sfida da raccogliere altrove: nell’estate 1994 il passaggio alla Sampdoria, e poi il proseguo di carriera calcistica alla Lazio e all’Inter. Per poi passare a un lungo percorso da mister con la fermata dell’estate 2019 abbastanza significativa.
Panchina? No grazie
Nell’estate del 2019 Sinisa Mihajlovic e la Roma furono vicinissimi a un accordo. La proprietà Pallotta voleva dare decisamente una scossa all’ambiente, così il nome più caldo era quello del tecnico serbo. Che andò effettivamente vicino alla panchina, per sua stessa ammissione, ma … rifiutò per un motivo lampante: “Io ero pronto, loro no”.
Giusto per far capire a tutti chi avrebbe comunque tenuto le redini del comando, Mihajlovic non avrebbe sicuramente ceduto alle pressioni di piazza e non sarebbe stato accomodante. È rimasto al Bologna e lo ha fatto senza rimpianti, in una piazza che lo ha aspettato nel percorso della malattia, non facendogli mai mancare il suo supporto.
Proprio per questo vorrà battere la Roma e, in particolar modo, Josè Mourinho. I due si incrociano probabilmente nel cambio degli armadietti. Il serbo era il vice allenatore di Roberto Mancini, andarono via nel maggio del 2008 proprio per dare il cambio al tecnico lusitano, che due anni dopo confezionò il triplete nerazzurro.
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Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata. Da Bologna… a Bologna, il passo è stato largo in panchina, ma a Roma non è mai tornato per accomodarsi all’Olimpico per una stagione. Da capire chi c’è andato a guadagnare e chi è andato effettivamente a perderci dal mancato accordo: il campo saprà dare qualche indicazione in più?