Duvan Zapata è ancora un rimpianto del Napoli? Partito anni fa, forse non è riuscito a dare il suo pieno contributo con la maglia azzurra, nonostante si sia visto comunque il suo talento.
Sono passati gli anni, ma affrontare il Napoli per Duvan Zapata ha sempre un sapore particolare. Anche nel match di giornata non mancheranno i sentimenti e le buone intenzioni del colombiano, ma queste ultime saranno rivolte decisamente all’Atalanta.
Che lo ha fatto crescere e diventare grande, ben più dei 35 milioni di quotazione che gli attribuisce il sito di riferimento TransferMarket. Zapata vale di più, sia in termini economici che di resa in campo, perché di calciatori come lui se ne trovano ben pochi in Serie A e forse in tutto il calcio.
Potente, agile, scattante, fa reparto da solo e lo fa anche benissimo. Attaccante dai gol pesanti, a trent’anni sa benissimo di essere diventato un big del calcio, in una squadra cresciuta pari passo insieme alle sue ambizioni. Sono decisamente lontani i tempi degli esordi, quando era un giovane interessante dell’America di Calì ceduto poi all’Estudiantes per una cifra davvero esigua (circa 70 mila dollari). Quell’attaccante prometteva bene e, dopo un po’ di giri di Italia, ha confermato se non migliorato le aspettative.
Quel bomber di riserva
Arrivò a Napoli nell’estate del 2013, in rosa con Rafa Benitez allenatore. Le gerarchie però erano ben consolidate, nonostante la rivoluzione dell’attacco. Gonzalo Higuain aveva un trascorso più importante, arrivava dal Real Madrid ed era dunque il centravanti titolare.
Su Duvan Zapata si riponevano le speranze per il futuro, volendo una punta di riserva affidabile. L’ambientamento in campo fu rapido, era un elemento da mettere in campo quando le difese diventavano stanche e si allungavano. Esordì in Serie A e in Champions League, il primo gol europeo lo segnò a Marsiglia in una gara non certo facile. E cominciò a essere anche una specie di beniamino dei tifosi napoletani, che ne invocavano l’ingresso in campo quando le cose si mettevano male.
Certo, era improbabile una convivenza con Gonzalo Higuain in attacco, due attaccanti fisici che coprivano il centro erano da utilizzare contemporaneamente solo se bisognava rimontare dei gol. Fu così che Zapata nella prima stagione accumulò 16 presenze e cinque gol in Serie A (con doppietta a Catania) e cinque gare più due reti in Europa. La stagione successiva registrò invece in campionato il 21-6 di ruolino, mentre in Europa nove gare e due gol.
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Da Napoli andò a Udine, poi alla Samp che lo riscattò e lo cedette all’Atalanta, dove divenne l’attaccante dei sogni. Con il golfo e il mare portato sempre nel cuore.