Venezia-Juventus alle 18 è una gara che rimanda al passato e ad alcuni episodi particolari. Allo stadio “Penzo” tra la nebbia e il freddo, i bianconeri avranno bisogno sicuramente di aumentare i loro ritmi.
Non è un caso che Venezia-Juventus sia un match tipicamente invernale o quasi. Come da tradizione negli appuntamenti in Serie A, lagunari e bianconeri si affrontano sempre in terra lagunare quando l’acqua è un pochino alta e il freddo incomincia a entrare direttamente nelle ossa.
Bontà dei tifosi veneti e piemontesi di essere abituati a climi più rigidi, sicuramente non è la partita ideale – climaticamente parlando – per quanti volessero avventurarsi da altre regioni italiane. I biglietti stanno andando letteralmente a ruba, d’altronde la Juventus non arriva di certo tutti i giorni. Al “Penzo” di Venezia c’è attesa, i lagunari hanno voglia di stupire, sanno benissimo che in casa possono perdere gli scontri diretti… e vincere contro avversari nettamente superiori.
La squadra di Paolo Zanetti lo ha dimostrato nell’1-0 contro la Fiorentina e nel 3-2 contro la Roma, evidentemente le motivazioni contro le squadre più brave tecnicamente arrivano da sole. Così come la Juventus dovrà trovare stimoli diversi da quelli visti alcune settimane fa, perché proprio con le squadre tranquille o di bassa classifica ha lasciato via una marea di punti. Il doppio 2-0 su Salernitana e Genoa lascia tranquilli?
Quanti ricordi nella laguna
I precedenti con il Venezia per la Juventus, senza andare a scomodare le generazioni precedenti, sono ricordabili per alcuni episodi del passato. Ogni volta la gara di Venezia è stata indicativa per far capire alcune attitudini della stagione bianconera.
Partendo dal 17 gennaio 1999, quando il Venezia tornato in Serie A ospitava i bianconeri nell’ultimo turno di andata. Andando subito in vantaggio con un gol di Francesco Pedone, rimontato poi nella ripresa da Daniel Fonseca. Quella Juve era un mezzo cantiere, non proprio uno squadrone come motivazioni, tanto che Marcello Lippi dopo qualche settimana cedette il posto a Carlo Ancelotti. Nella Juve era palese l’assenza di Alex Del Piero, che fu la vera mannaia di una stagione sfortunata per i piemontesi.
Un anno e un mese dopo circa, era il 19 febbraio 2000, Del Piero era in campo per realizzare il rigore dell’1-0. Ma di quella gara verrà ricordato per l’attesa… sotto porta. Pinturicchio attendeva un gol su azione che non arrivò, Pippo Inzaghi preferì segnare la sua tripletta in mezzo alle praterie lasciate dai veneti, poi retrocessi.
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Infine la partita del 13 gennaio 2002. Gara dura, un testacoda in pratica vedendo quanto accaduto a fine stagione. Segnò David Trezeguet dopo cinque minuti, pareggiò Federico Magallanes, il gol del 2-1 bianconero fu di Mark Iuliano. Delle grandi solo la Juventus vinse al “Penzo”, Roma e Inter no. Furono punti decisivi per lo scudetto.