Il compleanno di Micheal Owen riporta la mente al Pallone d’oro, ma anche a un calciatore che non espresse sino in fondo il suo potenziale.
Giornata di festa per il calcio inglese con il compleanno di Micheal Owen. Probabilmente uno dei miglior talenti inglesi della sua generazione, insieme a David Beckham, che ebbe più guai fisici di quanti se ne potevano immaginare.
La carriera dell’attaccante è stata un continuo martirio quando il fisico incominciò a crescere, penalizzando moltissimo lo stesso bomber, che per anni dovette fare i conti con i più disparati infortuni.
In effetti, guardando al passato e alle aspettative, su Micheal Owen il calcio inglese aveva riposto grandi speranze. Il suo boom con il Liverpool fu evidente, da giovanissimo incominciò a tenere a galla la squadra del suo cuore con gol e prestazioni.
Il mondo lo conobbe praticamente al mondiale del 1998, nonostante avesse già vinto il titolo di capocannoniere in Premier League. Quel gol all’Argentina lo portò agli occhi del mondo e lo caricò notevolmente, perché fece il bis in campionato per i gol, mentre il Liverpool stava cominciando a ricredere nelle sue potenzialità.
L’uomo delle stelle
Così, i gol e le prestazioni divennero tali da creare una specie di Owen mania in Inghilterra, confermata oggi nel giorno del suo 42° compleanno. Fu l’idolo dei ragazzi inglesi, che esultarono quando vinse l’edizione del Pallone d’Oro nel 2001 con una concorrenza spaventosa messa alle spalle.
Vinse qualcosa, ma quel riconoscimento fece un po’ dare tante perplessità al calcio italiano e spagnolo, che vantava tanti altri elementi meritevoli.
L’avventura di Owen in Nazionale proseguiva mentre al Liverpool nel 2004 maturò l’idea della cessione, per 25 milioni di sterline andò al Real Madrid. E fu forse un guadagno per i reds, che l’anno seguente vinsero la Champions League in una finale pazzesca contro il Milan.
Mentre Owen era andato in Spagna, da titolare in un Real che era pieno di stelle ma anche pieno di problemi nel farli coesistere. Nell’estate del 2005 il primo ritorno in Inghilterra, sponda Newcastle con grossi malumori dei tifosi del Liverpool. E quel persistere dei problemi fisici, con il trapianto di un nuovo legamento crociato, tanto per far capire come stava messo.
Nel 2009 l’avventura al Manchester United, rimanendo nella storia per un gol nel recupero contro i rivali del City e altri acciacchi a tormentarlo: in tre anni ha giocato in Premier 31 partite e realizzato cinque reti.
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Concluse anzitempo nello Stoke City, otto gare e un gol nella stagione 2012-13, conclusa anzitempo a marzo. Guardando con rimpianto il pallone d’oro e i tanti treni passati.