Gli agenti ormai comandano veramente più dei presidenti? Sembra che la risposta a questo grande interrogativo del calcio italiano nelle ultime ore si stia palesando in maniera importante. L’ allarme è stato lanciato da un patron che di certo non le manda a dire. Ora, la questione dei procuratori rischia di diventare un vero e proprio boomerang.
Procuratori e agenti che dettano legge e costringono le società a vere e proprie acrobazie pur di non perdere a zero i propri pupilli. Queste figure che una volta ricoprivano solo mansioni di secondo piano, negli ultimi anni hanno acquisito sempre più potere e sono diventati praticamente più importanti dei presidenti. Secondo molti, procuratori e agenti ormai tengono in scacco le società di calcio, con rinnovi di contratti sempre più al rialzo. Qualcuno però inizia a ribellarsi a questo sistema e dice no a questa follia collettiva, mettendoci la faccia e usando parole durissime. Le ultime dichiarazioni di Rocco Commisso sul rinnovo di Dusan Vlahovic infatti, sono vera benzina su un fuoco cresciuto nel corso del tempo. Il proprietario italo-americano dei gigliati ne ha per tutti e dà la sua versione dei fatti, sul mancato rinnovo dell’attaccante serbo.
Il patron, pur stimando il calciatore per quanto fatto in campo, non è dello stesso avviso per quanto riguarda invece l’uomo Vlahovic. Commisso ha accusato il centravanti serbo di essere poco riconoscente nei confronti della società viola, malgrado la stessa lo abbia accolto e cresciuto come un figlio. Secondo Commisso se Vlahovic è diventato il giocatore che ora tutti vogliono, lo deve proprio alla Fiorentina.
Nel suo sfogo, il presidente viola ha dichiarato che, gli agenti di Vlaovic, gli hanno fatto pervenire una richiesta di circa otto milioni di euro, affinché il bomber rinnovasse il suo contratto, in scadenza a giugno 2023. Dichiarazione che lascia decisamente interdetti, sia per la modalità che per la cifra, decisamente fuori portata per una società come la Fiorentina. Oltre a quello poi, il club vola avrebbe dovuto versare, agli stessi agenti, il 10% della cifra incassata da un eventuale cessione. Cifre semplicemente impossibili per un club come quello viola.
Forse perchè chiaro e netto, stavolta l’allarme è deflagrato come una vera e propria bomba nell’ambiente del calcio. Forse il messaggio del presidente ha portato alla luce cose che da anni avvenivano già all’insaputa di tutti. La tecnica sembra essere ben collaudata: gli agenti due anni prima delle naturale scadenza contrattuale convocano il calciatore e lo mettono davanti a una scelta. Le opzioni che gli vengono proposte sono due: rompere con il club di appartenenza in maniera netta, oppure andare in trattativa giocando al rialzo con la richiesta di cifre astronomiche, ottenendo lo stesso risultato.
Vero è che ci sono anche i procuratori che fanno il loro lavoro con coscienza, ma gli esempi che sono arrivati recentemente spostano l’ago della bilancia in maniera decisa verso quelli che non lo fanno. La fase che tutto il pianeta sta vivendo, dal punto di vista economico, non sembra minimamente interessare, il mondo dei procuratori. Un mondo dorato spesso fatto di commissioni da capogiro.
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La Fifa sta vagliando una regola per mettere un po’ a “freno” questa sfenata corsa all’oro degli agenti e molti club sono favorevoli all’imposizione di un tetto sulle commissioni. Il mondo del calcio è in emergenza e solo gli agenti e i procuratori sembrano non essersene resi conto. I giocatori sono spesso troppo giovani ed affamati per rendersi conto che il giocattolo sta per rompersi e se qualcuno non interverrà in maniera tempestiva, portandoli alla ragione, molto probabilmente a breve, lo spettacolo calcio sarà costretto a fallire.