Ilicic è di nuovo fermo ai box ma anche stavolta non è per guai fisici. Il bravissimo Josip fa nuovamente i conti con “quel lato oscuro” con cui ha già combattuto più di una volta. La gente però lo ama e gli si stringe attorno e arriva anche una lettera per aiutarlo ad uscire dalla crisi, ed è un messaggio commovente.
Il “mostro” è tornato. Quel lato oscuro che ogni tanto fa capolino e bussa con forza. Josip Ilicic è così, prendere o lasciare. Un talento magico, con dei piedi geniali, un fisico possente e una testa che inventa gioco, più di tante altre, quando è in campo… ma che altrettanto spesso però, diventa il suo peggior nemico.
Fu così dopo la prima ondata di Covid. La paura per quel virus che riuscì in poco tempo a travolgere Bergamo, devasto psicologicamente anche lui. Le ambulanze, le immagini che hanno fatto il giro del mondo seminando il panico, hanno colpito tutti e in particolar modo lui. Josep è un calciatore forte, fortissimo… ma anche fragile, e non lo è per una sua colpa; Si tratta di una parte del suo carattere, che spesso fortunatamente rimane soffocata, ma che ogni tanto risale con una forza devastante e fa male.
Quel “mostro” purtroppo è tornato e Ilicic si è di nuovo alle prese con i suoi fantasmi, sia in campo che fuori. Gasperini dopo la gara con la Lazio, ha parlato ai microfoni di Dazn, dichiarando che non vuole parlare della situazione e che non tornerà sull’argomento. Si è detto pronto ad attendere il calciatore, dichiarando anche che potrebbe riprendersi presto e che anche la squadra lo aspetterà, perché a Bergamo gli tutti vogliono bene.
La storia di Josip Ilicic lascia a bocca aperta e commuove chi la conosce, perché il fantasista si porta dietro, tutto il trascorso, vissuto in prima persona quando era ancora bambino. Il dramma della sua terra, per alcuni dimenticato, ad altri sconosciuto, per lui così forte da risalire in maniera predominante. Il trequartista dell’Atalanta incassa però una lettera da chi quell’inferno lo ha visto con i propri occhi. E può essere un modo per aiutarlo a condividere quel dolore rendendolo meno forte, magari sconfiggendolo.
Sul Corriere della Sera il giornalista Gigi Riva, inviato di guerra nei Balcani, ha scritto ad Ilicic frasi meravigliose; Niente retorica, solo la verità. Quella verità che fa male e che bisogna conoscere bene e condividere, per far si che diventi sempre meno forte, e quindi più semplice da accettare. “Caro Josip Ilicic, conosco l’inferno della Bosnia che porta dentro di sé. Per ogni tifoso atalantino lei è diventato l’emblema di una persona fragile e geniale, da tenere per cara. Ho letto del suo nuovo travaglio, del malessere interiore riemerso in un altro momento difficile della comunità a cui ora appartiene, la comunità bergamasca, alle prese con l’ondata di coronavirus più virulenta dopo la prima del 2020”.
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Poi il messaggio toccante, un invito a reagire. “Noi non possiamo far altro che inchinarci davanti al suo dolore esistenziale, ringraziarla per le gioie. Si prenda il suo tempo, ne ha tutto il diritto. Noi l’aspettiamo non con l’egoismo del tifoso che la vorrebbe presto con la maglia nerazzurra ma con l’affetto di chi vorrebbe che rispuntasse sulle sue labbra un sorriso. Sarebbe il segno che non sempre vincono i cattivi se non saranno riusciti a piegare un voglia di vita. Anche questa sarebbe una forma di giustizia. E dipende da lei”. Una lettera bellissima, per condividere il dolore per le immagini viste, renderlo meno forte, provare a richiuderlo in un cassetto che ogni tanto si apre, ma non con così tanta forza da bloccare quel nastro che fa andare avanti la vita.