L’eliminazione dell’Italia scatena un terremoto che potrebbe sconvolgere tutto: dai quadri tecnici alla Federazione. Intanto fra i calciatori potrebbero pagare in 4.
La faccia di Mancini dopo il gol della Macedonia resterà impressa per anni nella mente dei tifosi. Il gelo, la speranza che si spegne, la sensazione che tutto cambierà per una azione maturata al 93′ dopo una partita di difesa da parte degli ospiti.
Inevitabile aprire i processi che hanno coinvolto proprio tutti. Dal tecnico alla federazione, con ipotesi di ribaltoni dalle scrivanie fino al campo, e di sicuro una analisi impietosa sulla prestazione della squadra. L’errore di Berardi è stato un pesante campanello d’allarme per una squadra che è sembrata spenta, sulle gambe, incapace di trovare il gol contro una nazionale che nelle classifiche del ranking mondiale è nelle retrovie.
Un dato su tutti salta all’occhio. L’Italia ha perso senza incassare neanche una ammonizione. Questo testimonia forse la mancanza di grinta e di cattiveria in una gara da vincere a tutti i costi, anche a utilizzando il fisico e l’esperienza. Così non è stato, e saranno ore caldissime. Gravina difende il ct e punta il dito contro i club ma è in forte discussione, Mancini medita sull’addio mentre si fanno i nomi dei sostituti, e tanti calciatori sono in discussione. Alcuni di loro rischiano infatti di trovare la porta sbarrata nel nuovo ciclo.
“Il momento più difficile della mia carriera”. Con queste parole Mancini fa ripiombare l’Italia del calcio al flop con la Svezia che sbarrò le porte agli azzurri nell’ultimo mondiale. La storia si ripete, e si aprono i processi per trovare i colpevoli. Mancini riflette e in caso di dimissioni è caldo il nome di Cannavaro, possibile successore magari in tandem con Marcello Lippi, uno che di mondiali se ne intende.
A pagare però saranno anche tanti calciatori. Bonucci e soprattutto Chiellini sembrano a fine ciclo. Difficile smaltire una delusione così cocente, e non sarà facile per nessuno convincere i due ad accettare nuove convocazioni. Se a questo dato si aggiunge la carta d’identità, è evidente che i bianconeri siano fra i primi indiziati ad aver chiuso un ciclo. Anche Emerson Palmieri ieri è sembrato fuori dagli schemi e in grave difficoltà. L’assenza di Spinazzola pesa, e al rientro del giallorosso la corsia sinistra troverà un padrone assoluto a discapito dell’ex Chelsea.
Dubbi anche su Immobile e Insigne. L’attaccante della Lazio in Serie A è un goleador infallibile, ma in nazionale non va a bersaglio da 6 partite ed ha dimostrato che forse è il tempo di cambiare aria puntando maggiormente sul blocco Sassuolo. Per Insigne invece il trasferimento al Toronto potrebbe sancire un addio definitivo all’azzurro.
E intanto i nomi non mancano. Scamacca, Raspadori, Frattesi, e una serie di giovani meno esperti che dovrebbero trovare più spazio nelle squadre dei club. Questo è forse uno dei problemi, ma non il più grande per il calcio italiano, passato in pochi mesi dalla sbornia dell’Europeo ad un eccesso di fiducia. Che si è trasformato in un altro clamoroso flop.