In diretta su TvPlay arriva una indicazione sulle possibili riforme che potrebbero cambiare tutto dopo il terremoto AIA.
Una lunga intervista, interessante, con importanti spunti di riflessione, in cui l’avvocato Gianluca Cotti ha chiarito alcuni aspetti sull’AIA e sui problemi del mondo degli arbitri.
Nel suo intervento a TvPlay sono arrivate indicazioni precise su ciò che potrebbe accadere, ma anche proposte, problemi, soprattutto quella necessità di nuove riforme. “Credo che siano essenziali per correggere il trend degli ultimi quindici anni, che non sembra di certo proiettato verso il futuro ma verso una stagnazione. Il tutto è quindi culminato in una vicenda impensabile”.
Ecco quali potrebbero essere quindi i primi passaggi secondo l’avvocato Ciotti. “Il perimetro di indagine lo forniscono due personaggi importanti. Il primo è Abete che nel consiglio federale che ha detto che quanto successo all’AIA può accadere in ogni settore della federazione, mentre l’altro arriva dalle parole di Abodi. Chiunque sarà il prossimo presidente mi auguro sarà rappresentativo di tutti e non solo di una parte e che questa rappresentanza sia usata per porre mano alle norme”. C’è un punto chiaro però dal quale partire. L’avvocato Ciotti lo spiega chiaramente a TvPlay.
“L’attuale sistema ha 22 anni”. L’avvocato Ciotti a TvPlay parte da questa considerazione e spiega quali dovrebbero essere i passaggi. “La trasparenza è la conseguenza di un procedimento che passa per una migliorabilità delle rappresentanze. Serve un meccanismo di elezione che permette alla minoranza di essere rappresentata, si tratta di una funzione garanzia. Con il sistema attuale il controllo totale è della maggioranza ed ha mostrato tutti i suoi limiti. Nasce così un sistema senza contradditorio”.
Arriva quindi anche la valutazione su Trentalange. “Quando i presidenti hanno confermato la fiducia elettiva conferita secondo le regole, quindi legittima, a un soggetto, ovvero Trentalange, e poi il settore a capo di questo soggetto rischia di essere commissariato di certo c’è un problema”.
Servono quindi le riforme, attraverso una serie di processi. “L’AIA deve diventare autonoma e fare il passo da associazione a società di servizi. Oltre al problema del VAR c’è un altro problema, nonostante una legge che designa gli arbitri come lavoratori qualcuno invece ha fatto una distinzione tra atleti e direttori di gara, equiparandolo per esempio a figure come l’arbitro di sedia della pallavolo. Si arriva a queste cose attraverso dei processi” ammette l’avvocato Ciotti a TvPlay.
Poi ancora una serie di passaggi da valutare con attenzione. “Gli arbitri devono poter contestare le valutazioni che ricevono dagli osservatori, almeno devono avere il diritto di capire, e poi anche l’AIA deve avere la possibilità di costituirsi parte civile per tutti i soggetti che hanno picchiato arbitri. Ci sono ancora tanti passi da fare per fare in modo che l’AIA possa svilupparsi negli anni 2000”.