Il portiere Emiliano Viviano gioca in Turchia e ha raccontato quanto accaduto dopo la violenta scossa che ha colpito la nazione.
Più di 4mila morti, almeno 20mila feriti e ricerche che continuano per salvare il maggior numero possibile di persone ancora intrappolate sotto le macerie.
La Turchia fa i conti di un terremoto violentissimo, mille volte più forte di quello di Amatrice, più di 30 di quello in Irpinia, e le immagini che arrivano raccontano le difficoltà nella gestione dei danni provocati e purtroppo anche dei soccorsi. Il mondo si muove per dare sostegno ad una nazione che in molte zone è in ginocchio, e le testimonianze della pallavolista Bosetti e del tecnico Montella raccontano il terrore che si è vissuto in quei tragici attimi in cui la terra ha tremato.
Fra le tante testimonianze c’è quella del portiere Emiliano Viviano, ora al Karagumruk. In una intervista su TvPlay, l’estremo difensore ha raccontato cosa sta accendo nella nazione, sottolineando che arrivano costanti notizie delicatissime in una fase in cui l’unico obiettivo è salvare il maggior numero di vite umane.
Viviano racconta: “Una tragedia, riflessi pesanti”
“Sto bene e siamo lontani dall’epicentro però è un finimondo. Si parla di migliaia di morti, un calciatore è deceduto, un altro è disperso, diversi membri di staff che conoscevamo non ci sono più. Stiamo parlando di una vera e propria tragedia che colpisce tutti”. Così Emiliano Viviano ha raccontato a TvPlay quanto sta accadendo in Turchia, nazione in cui gioca con la maglia del Karagumruk.
“In generale siamo in attesa di notizie. Si stanno preparando raccolte fondi – ha svelato -, le attività sportive al momento sono sospese e credo che lo sarà anche il campionato. Inoltre l’area del terremoto è enorme, siamo ancora in attesa di capire cosa fare in questa fase”. Viviano fa chiarezza su quanto accaduto. “Non credo che ci siano problemi nelle coppe europee, il problema più grosso però lo ha avuto Hatay, in quel luogo è addirittura crollato il centro sportivo”.
Restano tanti quindi i problemi in un momento in cui il calcio passa in secondo piano. In Turchia il numero dei decessi cresce di ora in ora, ma anche lo sport si muove in una catena di solidarietà per far fronte alle difficoltà di chi ha perso tutto in un evento sismico tragico per tutta la nazione.