Il 2019 del Milan si è chiuso nel peggiore dei modi, con il tracollo di Bergamo che, in qualche modo, annichilisce le residue velleità europee di una squadra che ha smarrito la propria storia. La furia di Gomez e compagni ha reso bene sul campo la differenza che al momento esiste tra l’ Atalanta – peraltro agli ottavi di finale di Champions e con ambizioni di ulteriore sviluppo in vista dei prossimi anni – e uno dei Milan più brutti che si ricordi, in continua involuzione e ormai apparentemente precipitato in un tunnel senza fondo.
Il 5 – 0 subito dai bergamaschi risulta essere una delle sconfitte più grandi di sempre per la formazione rossonera, e non solo per il risultato: al di là del punteggio roboante, a far specie è l’arrendevolezza con la quale il Milan si è presentato sul campo e ha poi interpretato (per così dire) la gara, palesando un concetto di gioco pressoché inesistente e destando imbarazzo fra gli addetti ai lavori. Ad oggi, i rossoneri hanno collezionato appena 21 punti in 17 partite, con 16 gol realizzati (fra i quali 4 su rigore e una autorete) e ben 24 subiti. Numeri che fanno accapponare la pelle, e ai quali nemmeno un ritorno di Ibrahimovic – che negli ultimi giorni pare aver perso quota – potrebbe porre definitivamente rimedio.