La sosta delle nazionali porta spesso delle insidie non da poco conto per gli allenatori dei club, talvolta costretti a far fronte a infortuni e forfait indesiderati. Stavolta però i problemi arrivano dall’interno, da quell’emergenza pandemica che da parecchi mesi si è abbattuta anche sul nostro paese, e che agli inizi di un campionato che si preannuncia difficilissimo sta già provocando grane e frizioni che rischiano di farsi insanabili nel lungo periodo. E così, dopo il boom di contagi avvenuti nella rosa del Genoa, e dopo i clamorosi fatti del match tra Juventus e Napoli (i cui effetti legali e sportivi non sono ancora arrivati), anche l’ Inter si risveglia con una grossa gatta da pelare.
Dopo i casi dei difensori Bastoni e Skriniar, nelle scorse ore la squadra nerazzurra è stata falcidiata anche da altre due positività al covid-19: i centrocampisti Gagliardini e Nainggolan. Fortunatamente tutti e quattro i giocatori stanno bene e risultano asintomatici, ma il fatto che i tamponi abbiano rilevato diversi casi in un lasso di tempo così breve lancia un campanello d’allarme in casa Inter. Una situazione che gioco forza andrà monitorata nei prossimi giorni, onde evitare il rischio di un principio di focolaio.
Un problema che inevitabilmente si rifletterà anche a livello sportivo, perché sabato 17 ottobre, dopo la pausa delle nazionali, l’ Inter avrà un difficilissimo impegno per la quarta partita del campionato di Serie A: la stracittadina contro il Milan, che peraltro rischia di essere ancora orfano di Ibrahimovic proprio a causa del coronavirus. Piena emergenza quindi per Antonio Conte, che dovrà ridisegnare l’assetto di centrocampo e soprattutto di difesa. Nella retroguardia, l’inamovibile de Vrij potrebbe quindi essere affiancato a sinistra da Kolarov e a destra da D’Ambrosio, o dal debuttante Darmian. Sulla mediana, considerando anche l’infortunio del lungodegente Vecino, potrebbe essere Brozovic ad affiancare Vidal e Barella.